Articolo pubblicato sulla pagina milanese de "il manifesto" - 3 aprile
«No a scorciatoie unitarie serve uno spazio aperto»
Piero Maestri (Sinistra critica) non crede agli appelli all unità
Il risultato negativo delle sinistre in Lombardia non è evidentemente frutto di errori fatti durante la campagna elettorale, ma viene da lontano, è legato alla generale incapacità della sinistra di stare nei luoghi del conflitto e del disagio sociale, provando a fare proposte e organizzare quel conflitto, senza scorciatoie istituzionaliste o, peggio ancora, governiste.
Questa assenza della sinistra produce il voto alla Lega e a liste civiche più o meno dignitose e un forte astensionismo. Un dato che consideriamo estremamente negativo, di cui portano la responsabilità le forze politiche – di centrodestra e di centrosinistra – che hanno prodotto una politica non partecipativa, espropriando i luoghi della rappresentanza formalmente democratica e concentrando i poteri negli esecutivi e in enti non eleggibili e non controllabili democraticamente. Ma in generale, visto che colpisce soprattutto a sinistra, è frutto di una generale disillusione e demoralizzazione che trova fondamento nell'assoluta inconsistenza dell'alternativa politica e in una prospettiva credibile che faccia da contraltare al berlusconismo ma anche all'attuale crisi.
Alla Federazione della Sinistra, che perde quasi un terzo dei voti rispetto allo scorso anno, non è bastata in Lombardia la collocazione (subita e non scelta) fuori dal centrosinistra e un’immagine “movimentista” che contrasta con la realtà di un partito sempre più chiuso e incapace di radicarsi nel tessuto sociale: non si può fare gli alternativi cercando di allearsi al PD, non affermando un’identità forte, alternativa, navigando a vista dentro e fuori dal centrosinistra.
Non siamo naturalmente così sciocchi da pensare che una lista di sinistra anticapitalista, alternativa al centrodestra e al centrosinistra, capace di essere riferimento ed espressione delle lotte sociali, della protesta antirazzista e di un’idea innovativa della politica avrebbe rappresentato già oggi un’alternativa elettoralmente credibile e quindi avrebbe avuto risultati significativi. Crediamo però, e riaffermiamo, che questa sia l’unica strada praticabile e che deve essere perseguita già nei prossimi mesi.
Il “fatto nuovo a sinistra” che auspica Luciano Muhlbauer – e che ci sembra necessario - non potrà però essere una riaggregazione delle forze esistenti, frutto dell’accordo tra gruppi dirigenti, o l’invenzione di un “modello Vendola” che riattacchi i cocci di un centrosinistra inservibile; nemmeno crediamo che quel fatto nuovo possa ricercarsi prevalentemente sul terreno elettorale. Non va quindi certamente nella direzione auspicata e necessaria la proposta ribadita dal segretario milanese del Prc di una piattaforma della sinistra verso le prossime elezioni comunali utile ad un’alleanza più larga … con il PD – cercando di “cooptare” i movimenti in questo progetto.
Oggi non è il momento per discutere contenitori o processi di riunificazione delle forze esistenti. Partiamo da quello che siamo e mettiamoci a disposizione per condividere iniziative e conflitto.
Serve oggi uno "spazio comune", anticapitalista, ecologista, femminista che provi a sperimentare forme nuove di iniziativa sociali. Serve a Milano organizzare e mettere in rete l’opposizione alle politiche sicuritarie di De Corato e Lega e alla chiusura degli spazi e della socialità nei quartieri; serve garantire la riuscita della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua; serve rilanciare la difesa del territorio a partire dal No Expo; serve uno sforzo cosciente e generoso per sostenere le lotte di lavoratrici e lavoratori contro la crisi e aiutare la loro unificazione – non lasciandole alla mercè delle sortite di Salvini e Lega.
Senza questo la sinistra non potrà più uscire dalla sua inefficacia e inutilità politica e sociale, prima ancora che elettorale.
Piero Maestri – portavoce Sinistra Critica