sabato 28 luglio 2012


LAVORO E SALUTE SONO INSCINDIBILI ANCHE ALL’ILVA DI TARANTO

Di fronte alla gravissima situazione verificatasi all’ILVA di Taranto Medicina Democratica ritiene di dover prendere una posizione chiara e netta di appoggio alla decisione del GIP Patrizia Todisco di procedere al sequestro preventivo degli impianti in alcuni reparti della produzione “a caldo” altamente inquinanti per l’ambiente esterno.
E’ il risultato questo di anni della volontà di profitto da parte delle direzioni aziendali che supera qualsiasi interesse per la salute e la vita dei lavoratori e dei cittadini. I dati sono impressionanti: i morti e i malati si contano a migliaia.  
Senza un’imposizione pubblica sia delle amministrazioni statali e regionali, siamo certi che l’azienda non si muove, soprattutto nel momento in cui il ricatto occupazione è fortissimo.
Medicina Democratica  ritiene CHE  SALUTE DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI INQUINATI VENGA AL PRIMO POSTO, rispetto alle esigenze produttive e di profitto. Nessun lavoratore deve essere costretto a lavorare sotto ricatto occupazionale in luoghi di lavoro altamente inquinanti. Nello stesso tempo nessun cittadino deve ammalarsi per l’inquinamento prodotto dalla fabbrica.

Le bonifiche dei reparti inquinanti dell’ILVA si devono fare e con i soldi aziendali; chi ha fatto enormi profitti deve ora rimediare, anche in relazione a quanto stabiliscono le direttive comunitarie (chi inquina paga): i soldi di stato e regione dovranno servire solo in via emergenziale, sui territori circostanti la fabbrica e con richiesta di rivalsa nei confronti di chi ha provocato il disastro ambientale doloso.
Medicina Democratica ritiene che debba essere salvaguardata l’occupazione e che  i lavoratori stessi debbano essere  impiegati, IN CONDIZIONI DI SICUREZZA, nelle operazioni di bonifica una volta avvenuto il dissequestro. Non è possibile fare solo piccoli aggiustamenti di facciata, come alcune parole del Ministro Clini lasciano presagire, magari alzando a livello normativo i valori limite delle sostanze.
Medicina Democratica ritiene che le indagini epidemiologiche e ambientali che sono state fatte e che particolarmente hanno prodotto l’intervento della Magistratura sono più che sufficienti per iniziare il grande lavoro di bonifica che deve vedere impiegati per primi i lavoratori dello stabilimento e non meno le associazioni di cittadini che hanno lottato contro l’inquinamento di Taranto.

MEDICINA DEMOCRATICA infine ritiene che la situazione tarantina è spia di una situazione di fondo che mette spesso i lavoratori contro i cittadini (e in qualche caso le due situazioni coincidono, perché è proprio il lavoratore ad abitare nelle zone più inquinate).
Ecco perché in prospettiva Medicina Democratica ritiene che si debba andare a una riconversione ecologica dell’economia attraverso un progressivo processo di fuoriuscita da tutti i CICLI LAVORATIVI GRAVEMENTE INQUINANTI. L’alternativa è data dall’investimento  in altri settori: agricoltura biologica valorizzando le risorse  locali (KM0), le piccole/grandi opere per  difendere il territorio (rischio alluvioni, sismico etc), difesa dell’industria manifatturiera di qualità, le energie alternative, a partire dal fotovoltaico.
Medicina Democratica ritiene  che tale programma deve essere portato avanti con tutte le forme possibili, anche di autogestione dal basso, pretendendo   anche l’impegno del Governo che si deve occupare dell’improcrastinabile programma proposto, invece di sostenere  gli interessi della speculazione finanziaria e di salvaguardare comunque rendite e patrimoni.

Il direttivo nazionale di MEDICINA DEMOCRATICA

Milano, 27 luglio 2012

martedì 17 luglio 2012

Ciao Alberto...



I funerali di Alberto Codevilla si terranno mercoledì 18 luglio, con appuntamento alle 10.30 in via Terruggia 2 (angolo via Ornato) da cui partirà un breve corteo verso il Teatro della Cooperativa di via Hermada, 8 dove dalle ore 10,45 di mercoledì 18 luglio verrà allestita la Camera Ardente per l'ultimo saluto ad Alberto.


Ciao Alberto, con te se ne va un vecchio saggio, anche se vecchio non eri.
Ti apparteneva un eleganza d’altri tempi, non negli abiti, ma nei gesti, nei valori, nel tuo esempio quotidiano pregno d’altruismo e di una smisurata onestà.
Hai insegnato a molti di noi cosa significa pensare al plurale, l’impegno per il bene comune, la serietà, la modestia.
Il tuo impegno di una vita per l’antifascismo, per la difesa dei diritti dei più deboli, dei lavoratori, della rivoluzione cubana, sono per noi un testamento che non possiamo che impegnarci ad onorare.
Ci lasci in eredità tutto ciò che anche ieri stavi facendo quando la malattia ti ha portato via. Le tue lotte, rimarranno le nostre, proveremo ad essere così bravi ed illuminati come eri tu.
E anche nella malattia, quanto insegnamento: mai un lamento, una recriminazione. Stavi male e consolavi chi veniva a trovarti o ti faceva una telefonata.
Eri fatto così, trasmettevi serenità, i problemi erano solo cose da risolvere, non pretesti per piangersi addosso. Eri sempre pronto a farti carico di quelli degli altri, ma non parlavi mai dei tuoi.
Amavi la vita, tua moglie Stella, la donna di tutta una vita, i tuoi figli Roberta e Spartaco, il buon bere e il mangiare in compagnia.
In compagnia eri discreto, così come in tutti i tuoi incarichi pubblici, politici e di movimento, entravi in punta di piedi, quasi a non voler disturbare, ma lasciavi il segno e quando te ne andavi un grosso vuoto, vuoto che oggi, con la tua morte, sembra incolmabile.
Ci consola il fatto che non subito, perché anche qui c’è molto da fare, ma dovunque ora tu sia, un giorno torneremo a lottare, amare, volerci bene insieme.
Caro Alberto cercheremo di non deluderti.
Grazie

Le compagne e i compagni di Sinistra Critica della provincia di Milano


I funerali si terrano domani, mercoledì, alle 10,30 con partenza da via Terruggia 2 e corteo fino alla camera ardente al Teatro della Cooperativa in via Hermade 8

lunedì 9 luglio 2012

CONTINUA IL MASSACRO SOCIALE, ORA TOCCA AL LAVORO PUBBLICO.



Come annunciato da una stampa sempre più asservita, il governo Monti ha varato il decreto legge che concretizza la cosiddetta spending review, cioè il dimagrimento forzato delle amministrazioni pubbliche in nome, naturalmente, del “risanamento del debito”.
27 miliardi di euro di tagli da qui al 2014 tra Ministeri, Enti locali, regioni e Sanità, riduzione di dirigenti (20%) e lavoratori (10%) attraverso lo strumento della mobilità obbligatoria. Tutto ciò arriva dopo l’approvazione del “Fiscal Compact” e la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio imposta dall’Unione Europea ai paesi membri.
L’obiettivo è chiaro e rivendicato ideologicamente dal Governo dei Professori: approfittare della crisi per regolare definitivamente i conti con il movimento dei lavoratori. Dopo aver “sistemato” i lavoratori delle aziende private con la demolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, dopo aver massacrato e precarizzato tutto il mondo del lavoro dipendente con la “controriforma” delle pensioni varata nel dicembre scorso, oggi è il turno del lavoro pubblico.
Colpire il lavoro pubblico significa massacrare quel poco di surrogato indecoroso di stato sociale esistente in Italia. Massacrare lo stato sociale significa colpire due volte tutto il lavoro dipendente. Quindi quanto sta accadendo non riguarda solo il “pubblico” contro cui negli anni scorsi è stata condotta una vergognosa campagna di denigrazione e criminalizzazione (lavativi, fannulloni, parassiti) addirittura messi sullo stesso piano della casta politico economica, pronta a scattare quando si tratta di conservare i propri privilegi, quelli sì veri e significativi…