giovedì 28 aprile 2011

Il governo italiano getta la maschera: in Libia siamo in guerra!!

La decisione del governo Berlusconi di partecipare ai bombardamenti diretti in Libia è il “naturale sviluppo” della missione Nato – come dichiara lo stesso presidente della repubblica Napolitano che rivendica la paternità della decisione presa nel Consiglio superiore della difesa da lui presieduto.
Fin dall’inizio abbiamo avuto chiaro l’obiettivo della missione “umanitaria” in Libia: fermare ogni possibile dinamica rivoluzionaria, mettere sotto tutela la politica libica, garantire il proseguimento del controllo occidentale sulle risorse libiche e dei paesi del Mediterraneo.
La partecipazione italiana è resa ancor più grave dai suoi trascorsi in quel paese: prima potenza coloniale, poi alleata stretti del dittatore Gheddafi che garantiva la repressione violenta dei migranti in fuga verso l’Europa e forniva preziose risorse economiche alle imprese del “sistema Italia”.
Così gli aerei italiani bombarderanno le città libiche, dopo che allo stesso Gheddafi Finmeccanica e Beretta hanno fornito armi “leggere” e pesanti.
La scelta di bombardare la Libia è il “naturale sviluppo” anche delle scelte di politica estera di questi 20 anni, e dobbiamo ricordare che ancora le forze armate italiane partecipano all’occupazione nato dell’Afghanistan – ridotto ad una terra di nessuno governato dalle bande dei signori della guerra alleati della Nato.
Ribadiamo con forza il nostro no alla guerra in Libia che non aiuterà alcuna rivoluzione democratica ma rappresenterà un nuova forma neocoloniale verso quel paese e tutto il Mediterraneo.
Per questo dobbiamo rilanciare l’iniziativa contro la missione Nato e a sostegno delle rivoluzioni arabe, vera alternativa al controllo europeo e Usa sulla politca della regione.

Piero Maestri – portavoce Sinistra Critica
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Pubblichiamo la presa di posizione del Coordinamento 2 aprile sull'escalation della presenza italiana nella guerra 

COORDINAMENTO 2 APRILE
Le persone, le organizzazioni e le associazioni che in questo periodo hanno sentito la necessità,
attraverso appelli, prese di posizioni e promozione di iniziative, di levare la propria voce

·         CONTRO LA GUERRA E LA CULTURA DELLA GUERRA

·         PER FERMARE I MASSACRI, I BOMBARDAMENTI E PER IL CESSATE IL FUOCO IN LIBIA

·         PER SOSTENERE LE RIVOLUZIONI E LE LOTTE PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA
DEI POPOLI MEDITERRANEI E DEI PAESI ARABI

·         PER L'ACCOGLIENZA E LA PROTEZIONE DEI PROFUGHI E DEI MIGRANTI

·         CONTRO LE DITTATURE, I REGIMI, LE OCCUPAZIONI MILITARI,
LE REPRESSIONI IN CORSO

·         PER IL DISARMO, UN'ECONOMIA ED UNA SOCIETÀ GIUSTA E SOSTENIBILE

ESPRIMONO
LA LORO NETTA OPPOSIZIONE AL COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA
NEI BOMBARDAMENTI IN LIBIA

alla luce

·         dell’articolo 11 della nostra Costituzione

·         del passato coloniale del nostro paese e delle stragi ad esso collegate

·         del sostegno e delle armi dati al regime di Gheddafi fino all’ultimo momento

·         del non impegno per il cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per i profughi

·         della ripresa dei respingimenti dei migranti

·         della mancanza di una dignitosa politica di accoglienza

·         del silenzio colpevole e gravissimo contro la strage di oppositori disarmati in Siria

·         del disimpegno totale sulla transizione democratica in Tunisia e in Egitto

·         della complicità con la occupazione militare in Palestina e con l’assedio a Gaza

NON C’E’ NIENTE DI UMANITARIO NELLE BOMBE ITALIANE IN LIBIA
C’E’ SOLO LA DIFESA DI INTERESSI ECONOMICI, ENERGETICI, STRATEGICI

La popolazione libica schiacciata dalla guerra e dalla dittatura e i popoli di tutto il mondo arabo
hanno bisogno di un’altra politica italiana ed europea

METTIAMO IN CAMPO TUTTE LE INIZIATIVE POSSIBILI DI DENUNCIA E SOLIDARIETA’
PER IL CESSATE IL FUOCO
PER DIFENDERE E AFFERMARE DAVVERO
LA DEMOCRAZIA, LA PACE E LA GIUSTIZIA, TUTTI I I DIRITTI UMANI, SOCIALI E CIVILI



Prime adesioni

Sud, ACS, Altra Agricoltura, ARCI, Associazione Amici della Mezzaluna Rossa, Associazione Culturale Punto Rosso, Associazione Mediterranea, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione per la pace, Associazione Rinnovamento Sinistra, Associazione Ya Basta Italia, Attac Italia, Centro Balducci, CIPAX, CISDA, COBAS, Comitato Difesa Scuola Pubblica, Comitato Piazza Carlo Giuliani, Coordinamento Studentesco Universitario, European Alternatives Italia, Fiom-Cgil, Forum Ambientalista, Lunaria, Movimento Nuovi Profili, Rete della Conoscenza, Rete Internazionale Donne per la Pace, Rete Studenti Medi, Senzaconfine, Sinistra Euromediterranea – Rete@Sinistra, Unione degli Universitari, WILPF, Associazione Culturale Casa Rossa – Spoleto, Associazione Yakaar Italia Senegal, Casa per la pace – Milano, Centro Solidarietà Alta Maremma, Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra, Comitato Italia Amig@s Sem Terra, Comitato Pace Rachel Corrie, Convergenza delle Culture, Genova Laica, Genova Popolo Viola, Gruppo Sconfinate, Rete Antirazzista IV Municipio Roma, Stelle Cadenti – Artisti per la pace, Tavola Pace e Cooperazione – Pontedera, Usciamo dal Silenzio e Restiamo Umani –Genova
FdS; PdCI, Prc, SeL, Sinistra Critica


 

sabato 16 aprile 2011

Una morte che pesa come una montagna

L’uccisione di Vittorio Arrigoni è uno di quei fatti che ti prende lo stomaco e ti lascia senza fiato: perché Vittorio era una bella persona, per le modalità in cui è avvenuta, per le tragiche conseguenze che avrà, oltre al fatto in sé, per la Palestina e i palestinesi.

Vittorio è stata una presenza importante in questi ultimi anni, da quando aveva deciso di rimanere a Gaza (unico italiano) durante l’offensiva israeliana denominata “Piombo fuso”, nel dicembre 2008/gennaio 2009. Le sue testimonianze dalla Striscia di Gaza sottoposta ad un feroce e criminale bombardamento erano per noi una delle poche fonti “dal basso” che ci raccontavano la realtà della violenza che subisce quotidianamente la popolazione palestinese.

Le sue attività insieme ai palestinesi - dalla protezione dei contadini del nord della Striscia che cercano di difendere la loro terra dall’espropriazione “per motivi di sicurezza” all’accompagnamento delle barche di pescatori a cui la Marina israeliana impedisce l’uscita in mare, alla relazione quotidiana con le famiglie palestinesi e con quei giovani che sono stati protagonisti delle manifestazioni dello scorso 15 marzo – hanno rappresentato allo stesso tempo l’esempio di una solidarietà umana e politica e la dimostrazione che i palestinesi non sono soli.

venerdì 15 aprile 2011

Dalla parte delle rivoluzioni, contro la guerra

L’intervento militare di europei e Stati uniti, con la significativa partecipazione dei regimi arabi “moderati” del Golfo, ha creato una forte confusione nelle file della sinistra e del mondo pacifista.
Certamente si tratta di una missione militare differente da quelle degli anni ‘90/2000, ma nemmeno poi molto. È infatti banale, perché non riesce a spiegare quanto succede, la definizione di “guerra per il petrolio”. In questo senso ha ragione Rossanda quando scrive che “Gheddafi [lo] vendeva senza problemi”. Ma anche nel caso iracheno la posta in gioca era molto maggiore che non la conquista del petrolio iracheno (che pure Saddam vendeva senza problemi, prima dell’embargo che ha reso l’Arabia saudita ancora più centrale nella regione).
Sbaglia invece la stessa Rossanda quando dice di non ritenere questa una “spedizione imperialista”. Al contrario, le modalità e le motivazioni di questa guerra mostrano il suo carattere imperiale. E le motivazioni sono intimamente collegate all’esplosione delle rivoluzioni arabe di questi mesi.
L’intervento militare è la risposta a quelle rivoluzioni e al possibile “vuoto” che possono creare in tutta l’area se riescono a portare fino in fondo la rottura con le politiche che i regimi oggi in difficoltà hanno portato avanti in questi anni.

giovedì 14 aprile 2011

VITTORIO ARRIGONI UCCISO!



Venerdì 15 aprile

dalle 16.00 in Piazza Duomo a Milano

Per manifestare il nostro sdegno e la nostra rabbia per la morte di Vittorio Arrigoni e per ribadire il nostro impegno per la liberazione della Palestina

Restiamo umani!




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(riproponiamo l'appello, purtroppo inutile, che era stato lanciato per chiedere la liberazione di Vittorio...)
Liberate subito Vittorio Arrigoni!
Abbiamo appreso con orrore e sgomento del rapimento del volontario italiano Vittorio Arrigoni.

Facciamo appello al governo di Gaza, al premier Ismail Haniyeh e a tutte le autorità responsabili nella Striscia perché intervengano immediatamente in una negoziazione con i gruppi responsabili del rapimento di Vittorio.
Facciamo appello al nostro governo perchè attivi ogni canale possibile e si metta in relazione con l'autorità palestinese di Gaza e si adoperi nel contempo per la fine dell'assedio di Gaza.

Il lavoro di Vittorio e con lui di tutti i volontari dell’International Solidarity Movement è un lavoro quotidiano di responsabilità e grande umanità, accanto alla popolazione di Gaza, sottoposta alla punizione collettiva e ad un assedio illegale e brutale da parte del governo di Israele. Un lavoro di documentazione delle quotidiane violazione dei diritti umani della popolazione palestinese di Gaza e di accompagnamento dei contadini e dei pescatori di Gaza impossibilitati a lavorare la terra e a pescare da parte dell'esercito israeliano.
Vittorio deve tornare con noi ed essere liberato.
Anche da Gaza giungono appelli da parte della società civile perchè Vittorio sia liberato, e ci chiedono di comunicare al mondo di non confonderli con i gruppi estremisti che hanno rapito Vittorio Arrigoni.
RESTIAMO UMANI.

Seguono firme di associazioni, movimenti e partiti contro la guerra