lunedì 15 ottobre 2012

E DOPO FORMIGONI?

La crisi del sistema di potere che ha cementato il presidente della Lombardia è una buona notizia. Di quel potere il Pd è stato complice, come dimostra Penati. Ora si parla di Tabacci. L'alternativa, ovviamente, è un'altra
Piero Maestri (da "ilmegafonoquotidiano.it")




La parola fine messa alla carriera politica del “governatore” della regione Lombardia Roberto Formigoni è una buona notizia.
Formigoni è presidente della regione Lombardia ormai da quasi 20 anni e certamente le condizioni politiche e sociali per le cittadine e i cittadini lombardi in questi stessi anni sono certamente peggiorate.
I motivi specifici per cui oggi il “governatore” è costretto ad abbandonare il suo posto – con tempi ancora incerti e che cercherà di condizionare con la sua solita arroganza decisionista – parlano d corruzione, di legami tra politica e malaffare, di sistema politico malato e reso quasi “ingovernabile” da chi avrebbe dovuto garantire proprio governabilità “a vita”.
Quello di cui poco si parla è però il “sistema Formigoni” e cioè la stretta relazione tra politica, economia (imprese) e finanza che il governatore ha costruito intorno a sé e alla Compagnia delle opere (e dintorni). Un sistema nel quale la progressiva privatizzazione di servizi formativi, sanitari e sociali è stata una grande occasione di business per le imprese amiche (specialmente del circuito della CdO) e la costituzione di un sistema di potere lombardo per cui i grandi appalti (dalle autostrade all’Expo), i fondi europei per lo “sviluppo”, i vari voucher per la gestione e finanziamento dei servizi rappresentavano (e ancora rappresentano) il cemento di un blocco di potere tra imprese, banche e ceto politico di centrodestra.
Un sistema che – come a livello nazionale e locale – è costruito sul debito pubblico che aiuta i profitti del sistema bancario e viene fatto pagare a lavoratrici e lavoratori (e disoccupate/i e pensionate/i) con le politiche di taglio ai servizi e di austerità.
Evidente l’accordo con la Lega Nord per la sua partecipazione a questo sistema di potere (tanto che l’unico che ha provato a metterlo in discussione – l’ex assessore leghista Alessandro Cè – prima è stato rimosso dal suo posto, poi dalla stessa lega Nord…).
Ma altrettanto evidente la connivenza del centrosinistra e delle sue espressioni economico-finanziarie, che hanno partecipato a questo sistema e che ne hanno condiviso le basi materiali e ideologiche: privatizzare, sostenere le imprese, un’economia regionale che sfruttasse i “grandi eventi” e gli appalti di cementificazione del territorio. L’esempio “fisico” di questa connivenza è la figura di Filippo Penati – che con Formigoni ha sempre lavorato con estrema tranquillità e condivisione nei suoi anni da presidente della Provincia.
Oggi il Pd guida la “rivolta morale” – mentre è stato incapace di condurre un’opposizione degna di questo nome sia sul piano istituzionale che su quello sociale e politico. Ma con quale credibilità?
Si parla di una candidatura di Bruno Tabacci per il centrosinistra, e sarebbe una scelta comprensibile: dopo aver guidato la transizione nel Comune di Milano (presentando un bilancio che si basa sul riconoscimento della legittimità del debito e quindi sui tagli della spesa), potrebbe “legittimamente” guidare anche questa transizione, ricostruendo un blocco di potere che faccia a meno di Formigoni, distribuisca meglio le risorse del potere stesso tra i vari gruppi di interesse politico-economici e lavi le mani alla politica ormai squalificata.
Di fronte a questo scenario non siamo sicuramente tra quelli che si mettono in moto per un appello a “primarie del centrosinistra” per ché da lì non potrà passare alcuna alternativa.
L’alternativa può nascere e rafforzarsi solamente sulle ragioni e la forza di soggetti e movimenti sociali e territoriali – lavoratrici e lavoratori che difendono il loro posto di lavoro, studenti che vogliono un’altra idea e pratica della formazione gratuita e universale, cittadine/i in lotta contro la distruzione del territorio e dell’ambiente – e da loro provare a ricostruire le ragioni e la forza di un progetto di sinistra. Sarebbe interessante provarci.

mercoledì 10 ottobre 2012

IL 13 OTTOBRE A VENEGONO – CONTRO LA GUERRA E LA VENDITA DI ARMI A ISRAELE


I circoli provinciali di Sinistra Critica di Varese e Milano aderiscono, insieme a tutta l'organizzazione nazionale, alla manifestazione "Nessun M-346 per Israele", del prossimo 13 ottobre a Venegono, pensata e fortemente voluta dal nostro compagno Stefano Ferrario (recentemente scomparso), con cui abbiamo sempre condiviso la posizione pacifista e antimilitarista, contro tutte le guerre che mai sono umanitarie, certi di un'ampia adesione e partecipazione, proporzionata all'enorme grandezza della visione "umana" di Stefano.

Riportiamo in proposito un brano di una sua lettera inviata agli/alle studenti dell'ITIS "Fauser" di Novara, nel 2009... "Eh sì, perché è facile parlare di pace… ma di quale pace parliamo? Bisogna dare concretezza alla pace, con una prassi di vita che riguardi le nostre scelte quotidiane individuali, ma anche collettive… poiché ognuno di noi è ‘plurale’: la sua formazione, la sua crescita non dipende dalla sola famiglia, ma anche da insegnanti, compagni di classe, amici, televisione e dalle tante e tante esperienze che possiamo fare...".

Dare concretezza alla pace significa prima di tutto porre fine alle politiche di guerra: alle missioni militari, alla produzione bellica, alla vendita di armi, agli eserciti. Significa battersi per la giustizia, la democrazia, i diritti di tutte e tutti. Questa manifestazione è un contributo in questa direzione, perché è coerentemente contro la vendita di armi ad uno stato che viola quotidianamente i diritti e la vita di donne e uomini palestinesi; è decisamente per la riconversione dell'industria bellica, perché la nostra idea di "sviluppo" è ecologista e basato sul disarmo; è chiaramente per la pace nella giustizia, non come imposizione del più forte.

Per questo saremo presenti il 13 ottobre, a fianco di Stefano ancora con noi.

Mauro Franzoni e Piero Maestri, Sinistra Critica Milano e Varese