Sinistra Critica sarà in piazza domenica 25 aprile - appuntamento alle 14.00 in Corso Venezia/via Palestro (e al termine del corteo con un gazebo per la raccolta firme per il referendum per l'acqua pubblica) e partecipa a tutte le iniziative contro le manifestazioni neofasciste della settimana prossima a Milano
A VOLTE RITORNANO… O ALMENO CI PROVANO
L'avvicinarsi della giornata celebrativa dell'insurrezione antifascista del 25 aprile ha sempre suscitato una reazione rabbiosa nell’estrema destra italiana che ancora si ispira al passato regime. E così quasi ogni anno programmano iniziative provocatorie di varia entità, che accompagnano la crescita di organizzazioni come Forza Nuova e Casa Pound, in prima fila in queste provocazioni, a volte “politiche”, a volte squadristiche.
Milano quest’anno potrebbe assistere ad uno sviluppo del tutto intollerabile di queste politiche: l'esplicito sostegno delle istituzioni a iniziative di questo genere.
Lo fanno nelle forme più sottili, come l'atteggiamento offensivo tenuto nei confronti dell'Anpi con il rifiuto delle autorità cittadine di presenziare alle celebrazioni (e forse è quasi meglio così, piuttosto che dovessero partecipare con l'atteggiamento provocatorio tenuto da Formigoni il 12 dicembre), condiviso dal segretario della Cisl Bonanni che si è rifiutato di essere presente sul palco in piazza del Duomo per rappresentare le confederazioni sindacali – rifiutandosi cioè di parlare ai lavoratori che ricordano la loro Resistenza (e anche qui forse meglio, visti i danni che la politica della Cisl sta combinando a quegli stessi lavoratori).
Ma vi sono scelte ben più gravi: è questo il caso dell’esplicito patrocinio concesso da consigli di zona (dalle maggioranze di destra e a volte con il voto favorevole di qualche esponente del PD) a iniziative esplicitamente nazifasciste e provocatorie nei confronti dell'antifascismo e della Resistenza come il concerto in zona 3, ai giardini dedicati a Ramelli, inizialmente programmato per il 24 aprile e poi spostato al 2 maggio; e ancora il rifiuto del consiglio di zona 5 di concedere per la consueta cerimonia di ricordo della Resistenza nella zona (che quest'anno doveva vedere la partecipazione dei partigiani del quartiere) che fa seguito, in quello stesso CdZ, al rifiuto di stigmatizzare il comportamento di un consigliere della maggioranza che aveva qualificato di assassino, proprio in quanto partigiano, il presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Un'operazione di aggressione a valori fondanti della nostra società che si propone in modo esplicito anche sul terreno della "CANCELLAZIONE" dei riferimenti e delle celebrazioni dell'antifascismo repubblicano e istituzionale.
Tutto questo è conseguente alla crescita dell'estrema destra in Europa, e nella particolare realtà italiana dove si presenta come forza di governo (sia la Lega che ne fa parte, sia Forza Nuova o altri esponenti nazisti che appoggiano a volte esplicitamente il PDL) e legittima una ideologia xenofoba e razzista che si nutre delle politiche ufficiali, dalla Bossi-Fini al "pacchetto sicurezza".
Una presenza che rischia di saldare la relazione tra il disorientamento indotto dalla crisi in settori popolari, il razzismo istituzionale e la crescita dell'estrema destra che oggi fiuta il vento ad essa favorevole.
Il nostro antifascismo non è però soltanto – non è mai stato – la celebrazione della Resistenza, ma la mobilitazione quotidiana che vuole intrecciare il rilancio del conflitto sociale per non pagare la crisi dei padroni e la battaglia antifascista/antirazzista che è parte di quella necessaria per difendere gli spazi democratici.
Per questo siamo oggi nelle strade di Milano per il nostro 25 aprile; per questo nelle prossime settimane saremo insieme alle/agli antifasciste/i di questa città contro i raduni neo-nazisti (e invitiamo tutte/i a dar vita ad una manifestazione di massa il 2 maggio); per questo continuiamo la nostra campagna contro la crisi, il razzismo e la difesa dei beni comuni. Perché le nostre vite valgono più dei loro profitti – e delle provocazioni fasciste
A VOLTE RITORNANO… O ALMENO CI PROVANO
L'avvicinarsi della giornata celebrativa dell'insurrezione antifascista del 25 aprile ha sempre suscitato una reazione rabbiosa nell’estrema destra italiana che ancora si ispira al passato regime. E così quasi ogni anno programmano iniziative provocatorie di varia entità, che accompagnano la crescita di organizzazioni come Forza Nuova e Casa Pound, in prima fila in queste provocazioni, a volte “politiche”, a volte squadristiche.
Milano quest’anno potrebbe assistere ad uno sviluppo del tutto intollerabile di queste politiche: l'esplicito sostegno delle istituzioni a iniziative di questo genere.
Lo fanno nelle forme più sottili, come l'atteggiamento offensivo tenuto nei confronti dell'Anpi con il rifiuto delle autorità cittadine di presenziare alle celebrazioni (e forse è quasi meglio così, piuttosto che dovessero partecipare con l'atteggiamento provocatorio tenuto da Formigoni il 12 dicembre), condiviso dal segretario della Cisl Bonanni che si è rifiutato di essere presente sul palco in piazza del Duomo per rappresentare le confederazioni sindacali – rifiutandosi cioè di parlare ai lavoratori che ricordano la loro Resistenza (e anche qui forse meglio, visti i danni che la politica della Cisl sta combinando a quegli stessi lavoratori).
Ma vi sono scelte ben più gravi: è questo il caso dell’esplicito patrocinio concesso da consigli di zona (dalle maggioranze di destra e a volte con il voto favorevole di qualche esponente del PD) a iniziative esplicitamente nazifasciste e provocatorie nei confronti dell'antifascismo e della Resistenza come il concerto in zona 3, ai giardini dedicati a Ramelli, inizialmente programmato per il 24 aprile e poi spostato al 2 maggio; e ancora il rifiuto del consiglio di zona 5 di concedere per la consueta cerimonia di ricordo della Resistenza nella zona (che quest'anno doveva vedere la partecipazione dei partigiani del quartiere) che fa seguito, in quello stesso CdZ, al rifiuto di stigmatizzare il comportamento di un consigliere della maggioranza che aveva qualificato di assassino, proprio in quanto partigiano, il presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Un'operazione di aggressione a valori fondanti della nostra società che si propone in modo esplicito anche sul terreno della "CANCELLAZIONE" dei riferimenti e delle celebrazioni dell'antifascismo repubblicano e istituzionale.
Tutto questo è conseguente alla crescita dell'estrema destra in Europa, e nella particolare realtà italiana dove si presenta come forza di governo (sia la Lega che ne fa parte, sia Forza Nuova o altri esponenti nazisti che appoggiano a volte esplicitamente il PDL) e legittima una ideologia xenofoba e razzista che si nutre delle politiche ufficiali, dalla Bossi-Fini al "pacchetto sicurezza".
Una presenza che rischia di saldare la relazione tra il disorientamento indotto dalla crisi in settori popolari, il razzismo istituzionale e la crescita dell'estrema destra che oggi fiuta il vento ad essa favorevole.
Il nostro antifascismo non è però soltanto – non è mai stato – la celebrazione della Resistenza, ma la mobilitazione quotidiana che vuole intrecciare il rilancio del conflitto sociale per non pagare la crisi dei padroni e la battaglia antifascista/antirazzista che è parte di quella necessaria per difendere gli spazi democratici.
Per questo siamo oggi nelle strade di Milano per il nostro 25 aprile; per questo nelle prossime settimane saremo insieme alle/agli antifasciste/i di questa città contro i raduni neo-nazisti (e invitiamo tutte/i a dar vita ad una manifestazione di massa il 2 maggio); per questo continuiamo la nostra campagna contro la crisi, il razzismo e la difesa dei beni comuni. Perché le nostre vite valgono più dei loro profitti – e delle provocazioni fasciste
Coordinamento Provinciale Sinistra Critica