martedì 12 maggio 2009

MA QUALE PAR CONDICIO.....

Il quotidiano "La repubblica" riporta oggi sulle pagine milanesi un'interessante analisi sulle spese (preventivate e ufficiali) della campagna elettorale dei principali candidati alla presidenza della Provincia (lo potete leggere anche online http://milano.repubblica.it/dettaglio/sfida-da-2-milioni-di-euro-per-la-provincia/1637178).
E' l'ennesima dimostrazione dell'inganno della cosiddetta "par condicio": ma quale parità quando ci sono liste che spendono quasi un milione di Euro e chi - come noi - arriva a malapena a 6.000 euro di budget?
Per non parlare della tendenza a cancellare i gruppi minori in ogni modo: dalla sovraesposizione mediatica (i giornali nemmeno sanno cosa sia la par condicio, e le televisioni locali la interpretano solo per gli inviti ai dibattiti) all'attacchinaggio selvaggio con agenzie a pagamento che non rispettano certamente gli spazi consentiti - nascondendo, anche fisicamente, i manifesti di chi perde le serate con il suo impegno militante.

Sarebbe interessante capire meglio da dove arrivano questi soldi e perché queste generose sottoscrizioni. Non crediamo all'amore per la democrazia e nemmeno lo banalizziamo con l'interesse per un posto nemmeno così ben pagato (in termini relativi naturalmente. Il presidente della Provincia prende infatti un indennità lorda di circa 9000 euro mensili: in 5 anni non raggiunge la cifra dei 700 mila euro che spende ufficialmente per la campagna elettorale. Certo, un lavoratore dipendente medio fatica ad arrivare ai 1200 euro mensili....).
E' che anche la tanto vilipesa Provincia fa circolare tanti soldi tra appalti, agenzie, consigli d'amministrazione, contributi alle aziende e così via.
Nelle relazioni tra l'amministrazione e questi enti, agenzie, imprese private risede il vero potere locale. E qualche volta questo potere locale si trova a stretto contatto con la criminalità organizzata: è di pochi giorni fa l'ennesima operazione a Buccinasco che ha portato in carcere esponenti della N'drangeta "il cui primo obiettivo - secondo gli inquirenti - è l'inflitrazione del tessuto politico-amministrativo"
(http://archiviostorico.corriere.it/2009/maggio/20/Buccinasco_arresti_per_mafia_Contatti_co_7_090520064.shtml) Ma le "commissioni antimafia" stentano ad affermarsi negli enti locali: i nostri politici-amministratori sono infatti sempre pronti a blaterare di "sicurezza" quando devono fare un po' di demagogia contro i migranti; diventano improvvisamente garantisti e attenti alle competenze ("la lotta alla mafia spetta alle forze dell'ordine!") quando si tratta della criminalità organizzata e dei suoi rapporti con la politica.

Comunque questo non è uno sfogo e nemmeno una lamentela. Sappiamo chi sono questi signori, conosciamo la loro arroganza, la loro ipocrisia (avete presente quelli che si stracciano le vesti per la "legalità"), la loro totale indifferenza per le regole e le democrazia.
Noi continueremo la nostra campagna elettorale con i pochi strumenti a disposizione e con la presenza nei luoghi della nostra quotidiana iniziativa politica. E invitiamo tutte/i a farlo.
Tra questi -lo ricordiamo - l'importante manifestazione di migranti e antirazzisti "Da che parte stare", sabato 23 maggio dalle ore 14.00 in piazza Duca D'Aosta.
Per l'occasione avremo ancora migliaia delle nostre tessere "accesso garantito", contro ogni razzismo, contro ogni apartheid.