sabato 6 aprile 2013

Comunicato dell'area "Per un nuovo progetto politico - Anticapitalista"

Carissima/o,

ieri hai ricevuto una comunicazione di costituzione dell'area programmatica "Sinistra Critica per l'Organizzazione". Pensiamo, come compagni e compagne di Sinistra Critica che hanno appoggiato il documento non emendato, che possa essere utile spiegare cosa stia succedendo in Sinistra Critica e quale sia l'origine di questa discussione resasi visibile anche a Milano nell'ultimo periodo.

In breve, proprio all'ultimo congresso, una parte della direzione di SC ha fatto una proposta che prendeva atto della crisi di SC stessa - crisi di militanza ma soprattutto di efficacia politica e di identità - legata alla più generale crisi della sinistra radicale.

Negli ultimi anni la crisi economico-finanziaria e politica ha reso più evidente e drammatica l'impossibilità di utilizzare per la costruzione di un progetto anticapitalistico gli strumenti tradizionali, cioè ciò che resta della sinistra radicale italiana. Si tratta ovviamente di un fenomeno non solo italiano, ma che in Italia ha assunto gli aspetti più estremi e paradossali; i cambiamenti in se stessi possono anche non produrre effetti sul piano simbolico e politico finché una situazione obiettiva non mostra il ritardo dell'ideologia rispetto ai fenomeni strutturali.

Negli ultimi decenni si è prodotta profonda trasformazione sociale (nella composizione di classe, nella frammentazione delle lotte sociali ecc.) che ha reso ben poco efficaci, se non inservibili, gli strumenti tradizionali che il movimento operaio si è dato in passato e che non sono stati in grado nella fase storica più recente né di organizzare una resistenza sociale
efficace né tantomeno di spingere le mobilitazioni sociali verso nuove conquiste.

A nostro avviso non serve una riaggregazione del ceto politico della sinistra già radicale, ma la costruzione di una nuova sinistra, anticapitalista. Una costruzione di cui vogliamo chiaramente essere protagoniste/i, ma che non crediamo possa partire dalla semplice
riaffermazione del "ruolo di Sinistra Critica" per come essa stessa è stata concepita "organizzazione" negli ultimi anni, quanto invece una costruzione a partire da una proposta aperta - per incontrare nuovi interlocutori con cui costruire un'area anticapitalista.

Questa proposta non prevedeva la "dissoluzione" di Sinistra Critica ma il suo superamento progressivo dentro la costruzione dell'area anticapitalista, un compito in cui tutti/e i/le compagni/e di SC avrebbero dovuto svolgere un ruolo di collettivo politico ancora più forte di come lo avevamo concepito finora, ma che fosse in grado di non chiudersi su sé stesso. Senza buttare via la nostra storia, ma con un atteggiamento aperto e una disponibilità a sperimentare nuove strade. Strade che a Milano già stiamo percorrendo con, ad esempio e solo per citare:

· il collettivo Rivolta il Debito (che non è certo un "mascheramento" dell'identità politica di compagni e compagne che per anni hanno costruito Sinistra Critica a Milano e come tali sono riconosciute/i, ma è una campagna proposta inizialmente proprio da Sinistra Critica e nella quale questi e queste compagni/e si spendono attivamente, in varie direzioni che possano essere utili allo sviluppo di un insieme di mobilitazioni ed attività in relazione alla tematica, tutt'ora calda del debito. RiD a Milano è attualmente impegnato nel comitato Audit e nella costruzione del Forum per una nuova finanza pubblica);

· Occupy Maflow (cui gli stessi e le stesse compagni/e di RiD offrono un supporto politico e logistico, ma che più in generale vede un impegno dei/delle nostri/e compagni/e unito a quello dei lavoratori e delle lavoratrici per tentare un'esperienza significativa di autogestione della fabbrica e dell'attività produttiva);

· Atenei in Rivolta (che partecipa all'occupazione della libreria autogestita ex-Cuem in Università Statale) 

· Altri collettivi sociali.

Il congresso ha visto quasi metà delle/degli iscritte/i a livello nazionale che vi hanno partecipato rifiutare questa proposta (a Milano invece il 65% dei partecipanti al congresso ha approvato questo percorso) - producendo in questo modo uno stallo dell'organizzazione: da una parte chi vuole arrivare a superarla in un progetto politico più ampio e aperto, dall'altra chi ritiene ancora utile SC e ne vuole rilanciare l'organizzazione, nell'accezione più classica.

La conclusione comune a cui siamo arrivati la potete leggere nella nota dell'Esecutivo Nazionale di SC (http://sinistracritica.org/2013/03/05/nota-dellesecutivo-di-sinistra-critica) nella quale si prende atto dell'esistenza di "due progetti politici in solidarietà tra loro ma distinti" e che questi progetti hanno comunque una "casa comune" fatta di risorse comuni e relazioni internazionali condivise.
Questo vuol dire scissione'? Non è quello che vogliamo: prendere atto che ci sono due progetti e che questi hanno la legittimità di essere sviluppati fino in fondo e liberamente, mantenendo un quadro comune che eviti proprio le esperienze tradizionali delle scissioni con conseguenti risse per le risorse, le sedi, o peggio per l'identità e la "interpretazione corretta" della storia comune". Per questo manteniamo in comune sedi, risorse e riferimento internazionale"....

La decisione delle/dei compagne/i della novella area programmatica di costituire un circolo "omogeneo" di "Milano Nord Ovest" rappresenta esattamente il contrario di questo auspicio.
Purtroppo la "proclamazione" dell'area programmatica che si fregia del nome di SC senza prima aver definito razionalmente e a livello nazionale quale sia la "casa comune" e quello che ne consegue rappresenta a nostro avviso una forzatura poco utile, ma non è poi così importante. 
A questo punto è importante che i progetti possano funzionare. È certo chiaro che non possiamo che esprimere rammarico per una decisione presa prima della conclusione della discussione di fondo e a livello nazionale, senza quindi considerare che quello che è stata in passato Sinistra Critica - anche a Milano - è frutto dell'impegno di tutte/i le/i compagne/i che oggi sostengono progetti differenti, e non è rappresentata "tout court" da un'area che pure mantiene il nome di quella stessa organizzazione. Ancora
più problematico il fatto che ciò avvenga senza alcuna discussione e senza nemmeno una comunicazione interna. E che con la costituzione di un circolo separato questo avvenga con una amara sensazione di vera e propria scissione.

Ti presentiamo allora il "nuovo progetto politico" su cui vogliamo continuare ad impegnarci e che sta muovendo i primi passi - progetto aperto a cui speriamo tu possa essere interessata/o.


Un abbraccio, Emiliano Salvi, Piero Maestri, Gigi Malabarba, Dario Firenze Mauro Muscio, Nadia Demond, Donatella Biancardi, Lidia Cirillo, Angelo Pedrini, Jacopo Peta, Marie Moise, Marta Cotta, Vladimir Zecchini, Matteo Lenelli, Giorgio Seconi, Sergio D'Amia, Betta Crippa, Antonio Galliazzo, Mario De Luca, Stefano Quitadamo, Massimo Lettieri, Lolli Airoldi, Michele Salvi, Roberto Firenze