Ieri mattina alle ore 6,00 agenti della DIGOS e della squadra mobile, mandato della procura alla mano, hanno perquisito le abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano - 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un dirigente di Sinistra Critica e collaboratore di Radio Onda d'Urto.
Il mandato di perquisizione dice testualmente: “poichè i soggetti in questione, con particolare riferimento a …...., sono tra i fomentatori dei disordini che si stanno verificando a Brescia, anche con riferimento alla nota vicenda dello sfratto del Magazzino47, sono da ritenere socialmente pericolosi e, quindi vi è fondato motivo di ritenere che questi possano occultare armi da utilizzare nelle manifestazioni che si prevedono anche in merito alla contestazione alla manovra economica del governo.....” (sottolineature nostre).
Alla fine sono sono stati sequestrati pericolosissimi computer, macchine fotografiche, videocamere, telefoni cellulari, caschi da motociclista e da sci, pompe di bicicletta, adesivi. E la Questura ha vantato i «risultati positivi" delle perquisizioni, che avrebbero raggiunto gli obiettivi prefissati - affermazioni che in alcuni organi di stampa hanno portato a parlare di «armi ritrovate".
Alla gravità dell'episodio si aggiunge il vergognoso ripristino di terminologie e pratiche già viste diverse volte nel nostro paese: ancora dobbiamo sentire parlare di «pericolosità sociale» di militanti politici conosciuti e che agiscono pubblicamente e in movimenti collettivi? Ancora dobbiamo sopportare la provocazione della criminalizzazione di ogni comportamento di opposizione radicale, tirando fuori dal cappello la «possibile» occultazione di armi?
Equiparare manifestazioni di massa ed azioni dimostrative, per quanto militanti e radicali, con l'organizzazione di manifestazioni armate, (insurrezionali???) sembrerebbe una follia, ma è una follia estremamente pericolosa. L'isteria repressiva che sembra aver colpito negli ultimi mesi le “forze dell'ordine” a Brescia (con la copertura di alcuni magistrati, non si capisce se insipienti o complici) sta assumendo caratteristiche di vera e propria “caccia alle streghe” - e sembra caratterizzare una sperimentazione di una gestione dell'ordine pubblico già cara al ministro Maroni e che oggi continua contro migranti e attivisti politici e sociali .
L'obiettivo, oltre colpire “i sobillatori di disordini” (altro uso del linguaggio che dimostra il feedback mussoliniano dei nostri eroi in uniforme) punta in realtà a schiacciare, con una specie di “repressione preventiva” che è un mostro giuridico ogni volontà di ribellione contro l'ingiustizia sociale.
Di fronte alla volontà del governo Monti-Napolitano di far pagare la crisi a lavoratrici e lavoratori, studenti, pensionate/i e migranti per salvaguardare i profitti e le rendite di banchieri e capitalisti - politiche che in molte città si sposano con la chiusura di spazi sociali e culturali - è facile prevedere che nelle prossime settimane aumentino le proteste e le iniziative di opposizione politica e sociale da parte di quegli stessi soggetti colpiti dalle politiche di austerità: per questo sembra saggio ai cultori dell'emergenza tuonare contro i rischi di «tensioni sociali" e predisporsi a mostrare da subito il manganello, per scoraggiare qualsiasi velleità di resistenza.
Non ci faremo intimidire e continueremo la nostra lotta perché, come recita il nostro slogan di “sovversivi-sobillatori”, la nostra vita vale più dei vostri profitti.
L'Esecutivo Nazionale di Sinistra Critica esprime la propria solidarietà e sostegno alle/ai compagne/i colpiti da questa insensata repressione, e insieme a loro risponderà in maniera ferma e pacifica alla provocazione, sul piano legale e politico.
Esecutivo Nazionale Sinistra Critica