lunedì 12 dicembre 2011

Obbedire al referendum - Per i beni comuni, verso una democrazia radicale

Obbedire al referendum
Per i beni comuni, verso una democrazia radicale

Assemblea
Giovedì, 15 dicembre 2011, ore 20.30
(Tram 2, Bus 82, Filobus 90/91, 92, Passante Bovisa)


Intervengono:


Marco Schiaffino
Comitato acqua pubblica - Attac Italia
Il quadro politico di una battaglia indispensabile

Fabio Ruggiero
Comitato acqua di Napoli - Sinistra Critica
La “crisi del debito“ e le iniziative necessarie

coordina: Sergio D’Amia

organizza: Sinistra Critica Milano

Sembra sia passato chissà quanto tempo da quando si era tutti in piazza, il 13 Giugno, a festeggiare la vittoria dei SI per i Referendum contro il nucleare e per l'acqua pubblica. D'altronde, la casta del centrodestra come quella del centrosinistra, con l'aiuto delle grandi testate giornalistiche, hanno fatto di tutto per oscurarla. Una vittoria insperata, nata dal basso e quindi ingovernabile perchè capace di ribaltare la logica per cui il bene ultimo deve essere sempre il profitto...

C'è stata una consapevolezza diffusa per cui col referendum non era in gioco solo la critica ad un governo di centrodestra, ma la possibilità di anteporre a logiche speculative il proprio futuro, la propria vita.
Il dibattito politico invece ha ripreso immediatamente il suo stanco rituale autoreferenziale fatto di polemiche e gioco delle parti. E' stata necessaria la pubblicazione della lettera della BCE all'Italia per tornare a parlare di quella che è la reale partita in gioco: la crisi, le sue conseguenze e quindi come si intende ripianare il debito dei vari stati europei. Anche su questo centrodestra e centrosinistra hanno inscenato un gioco delle parti vergognoso.

Della serie: le regole dell'economia vengono prima della democrazia. Su questo è caduto il Governo Berlusconi e su questo è nato il governo Monti. Ma cosa prevede oggi il Governo Monti rispetto ai servizi pubblici locali? Ovviamente la stessa ricetta di questi ultimi dieci anni: privatizzazione. Privatizzare definitivamente servizi come i rifiuti, i trasporti e perchè no anche l'acqua. Alla faccia del referendum e della Costituzione.

Per questo i movimenti per l'acqua pubblica possono e devono rimanere un argine, come lo sono stati finora, nei confronti di una crisi economica che le grandi multinazionali intendono superare proprio con l'aggressione dei beni comuni e dell'ambiente.

C'è bisogno ancora di più della nostro impegno e della nostra rabbia verso un sistema economico profondamente ingiusto e anti-democratico. Un sistema economico più attento a salvare le banche che i posti di lavoro e i diritti sociali.
Provare a vincere definitivamente per garantire l'acqua pubblica a tutti può significare in modo pratico che noi il debito di questa crisi non lo paghiamo. Anzi che vogliamo costruire un mondo dove non sia l'1% a decidere per il resto del 99%.