Ancora questa mattina a Milano contro gli operai della Mangiarotti - come ieri a Roma contro le/i cittadine/i aquilani - partono le botte contro chi manifesta per il lavoro, il reddito, la dignità, i diritti.
Sinistra Critica era presente questa mattina, e denuncia il preoccupante utilizzo quotidiano delle forze dell'ordine (i cui uomini dimenticano facilmente il loro essere lavoratori pubblici, per schierarsi con zelo a difesa dei padroni e di chi viola leggi e accordi) contro il conflitto sociale. che non si fermerà per questo, però.
Era già successo qualche settimana fa, l'11 giugno, quando erano stati sgombrati dalla palazzina della direzione che avevano occupato, dopo che l'azienda si era rifiutata di applicare le sentenze della magistratura relative alla sospensione della Cigs e al rispetto degli accordi sulle produzioni da mantenere a Milano: i poliziotti, invece di andare a prendere a casa il signor Mangiarotti inadempiente, se l'erano presa con i lavoratori.
Ma oggi la loro presenza 'fastidiosa' per le vie del centro di Milano, dopo aver incontrato il console di Francia e quello degli Stati Uniti - i paesi in cui risiedono i committenti delle loro produzioni - deve essere stata ritenuta troppo ingombrante. E allora nei pressi della Prefettura hanno voluto sbarrargli la strada, senza permettergli neppure di avvicinarsi al Palazzo del Governo. Già qualche segnale era stato mandato 'bonariamente' tempo addietro via Digos: quest'anno non ci sarà un'altra INNSE.
Così ne è seguita una mezz'ora di scontri in corso Monforte, col saldo di un operaio in ospedale e altri quattro contusi. Ma di lì nessuno si è mosso, finchè non si è ottenuto un incontro col Prefetto e l'avvio di un tavolo istituzionale con Regione e proprietà (l'ennesimo in sei mesi di presidio...).
La Mangiarotti Nuclear produce per l'allestimento di centrali nucleari (destino cinico proprio perchè gli ex operai Ansaldo, come Danilo Ferrati - principale rappresentante sindacale in azienda - erano stati promotori del referendum antinucleare più di vent'anni fa) ed è tutt'altro che in crisi. Fa gola a Camozzi, proprietario dell'area (sì, quello che ha acquistato l'Innse...in cambio di qualche favore d'area...), speculare in una zona appetibile a cavallo tra Milano e Sesto San Giovanni, dismettendo insieme a Mangiarotti la fabbrica con tutti i suoi lavoratori.
Riaprirà a Monfalcone l'anno prossimo, pensando di utilizzare personale sloveno a termine, proveniente dal vicino confine: peggio della Bolkestein!
Nell'assoluta indifferenza delle istituzioni lombarde, Regione in primis, ma col sostegno di altre aziende in lotta - al corteo era presente una delegazione della Maflow - gli operai della Mangiarotti non desistono. A loro va la piena solidarietà di Sinistra Critica di Milano, i cui militanti continueranno a garantire il proprio sostegno a questa lotta che può e deve vincere.
Oggi Lorsignori hanno voluto festeggiare a loro modo i cinquant'anni della mattanza del Luglio '60. Bene, si ricordino di com'è finita con Tambroni e Scelba e pure con i caporioni fascisti appesi a qualche gru di qualche porto...
Sinistra Critica Milano