venerdì 19 marzo 2010

SINISTRA CRITICA ALLE ELEZIONI DI BOLLATE

Non siamo mai stati “elettoralisti” ne, tantomeno, convinti che la più importante forma dell'impegno politico sia quello istituzionale. Crediamo in una presenza istituzionale come luogo utile per sostenere le lotte e le iniziative dal basso per la difesa degli interessi di lavoratrici e lavoratori, di giovani precari e non, delle/dei migranti, dei pensionati e di tutte/i le/i cittadine/i che cercano di difendere la qualità dell'ambiente e della socialità del loro territorio
Con l'idea stessa del centrosinistra non abbiamo mai avuto troppo a che fare, ci siamo stati, scomodi, all'inizio della amministrazione scorsa, quando stavamo ancora in un contenitore che era arrivato alla fine della sua spinta propulsiva. La nostra esperienza politica è sempre stata di contrapposizione frontale al capitalismo; c'era chi ci veniva a spiegare che l'obiettivo fosse l'alternanza, che eravamo fuori dalla storia, qualcuno ci ha creduto, e adesso si aggrappa ai simboli, resi vuoti di significato, per restare aggrappato alle poltrone; noi rispondevamo che eravamo per una società alternativa, anticapitalista, abbiamo abbandonato sedi e comode maggioranze e abbiamo continuato a lottare per costruire una soggettività anticapitalista, comunista per davvero. Pensiamo di dover contrastare le logiche del nuovo sfruttamento e del controllo che, con qualsiasi governo o qualsiasi giunta, ci vengono riproposte. Abbiamo rotto con le stesse logiche di dominio dall'inizio della nostra esperienza politica, mentre la sinistra già radicale, a partire da Rifondazione Comunista, ora nella versione dell'ennesimo esperimento elettoralistico, Federazione della Sinistra - neppure resa edotta dal fallimento del governo Prodi e dal diluvio seguente - continua a rimanere ferma nelle sue logiche di gestione temperata dell'esistente, rimanendo ai suoi posti e contribuendo ai danni politici, istituzionali e culturali prodotti dal PD, che altro non è che un espressione politica del sistema dominante: il capitalismo appunto.
Per questo abbiamo scelto - coerentemente “in direzione ostinata e contraria” - di presentare una nostra lista alle elezioni comunali,. Una lista alternativa al centrodestra e al centrosinistra, non perché messi ai margini, ma perché questo è il nostro progetto e il nostro percorso.
Un percorso di rottura politica con il centrosinistra che abbiamo proposto anche ad altri soggetti della sinistra, ma dai quali abbiamo preferito differenziarci, perché riteniamo che unità tattiche, funzionali solo alla conquista di qualche seggio, non facciano parte del nostro progetto politico, rappresentando soltanto scorciatoie elettoralistiche. L'unità preferiamo realizzarla, e la realizzeremo, prima nella società e nelle lotte, non per raggiungere il quorum alle elezioni.