domenica 18 dicembre 2011

Acqua ai popoli vini a chi lotta!

Un "buon" modo per sostenere Sinistra Critica...
Fare politica costa, farla attivamente ancora di più, e noi che non abbiamo nessun'altro introito se non le nostre sottoscrizioni ci beviamo su... col vino di Sinistra Critica! 
Il ricavato delle vendite serve a finanziare le attività e le lotte che mettiamo in campo tutti i giorni.
Per info e prenotazioni sinistracritica.milano@yahoo.it  oppure tel. 3475959946
Disponibili:
Pinot Spumante, Gotturnio, Barbera, Riesling.
(la foto è quella dell'anno scorso, in cui c'erano più varianti, ma i vini sono buoni lo stesso...)

giovedì 15 dicembre 2011

SEMI D'ODIO GERMOGLIANO.....

SABATO 17 DICEMBRE PARTECIPIAMO ALLA MANIFESTAZIONE DELLE/DEI MIGRANTI
ORE 14.30 PIAZZALE LORETO ANG. VIA PADOVA

L’Italia non è un paese razzista, le sue leggi e le sue istituzioni invece lo sono.
Qualche giorno fa un gruppo di “bravi cittadini” di Torino (con la presenza della presidente della circoscrizione e segretaria del PD torinese) ha pensato bene di vendicare un inventato stupro contro una “donna italiana” andando in corteo a bruciare un campo Rom situato nel quartiere.
L’altro giorno a Firenze un neonazista italiano – ovviamente subito derubricato a “folle” – ha sparato su ragazzi senegalesi che vendevano al mercato, uccidendone due di loro e ferendone altri.Ma non c’è nulla di cui stupirsi, purtroppo. Dopo anni di razzismo istituzionale si vedono i frutti velenosi. In questo paese ci sono forze politiche di destra (dalla Lega al Pdl) che sui provvedimenti razzisti e xenofobi hanno costruito una parte importante delle loro fortune elettorali; c’è il principale partito di “opposizione” che ha inseguito la retorica della “sicurezza, del controllo, della tolleranza zero” fino ad applicare nelle diverse città (Firenze compresa) ordinanze che discriminano i migranti e impediscono la loro libertà di circolazione; e c’è una destra radicale che ha rialzato la testa e si permette le sue scorribande razziste e fasciste, spesso protetta e coccolata dallo stesso Pdl che fornisce sedi, coperture istituzionali, patrocini. Vogliamo la chiusura immediata delle sedi neofasciste – in particolare di Casa Pound, che riceve da anni sostegni diretti e indiretti dalle istituzioni e dai partiti di centrodestra.

All’odio e alle politiche razziste si deve rispondere con una forte mobilitazione dei migranti e degli antirazzisti, delle organizzazioni democratiche e antifasciste – non solo per mostrare solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime e alle comunità colpite – ma soprattutto per imporre un’alternativa politica e sociale abrogando ordinanze e leggi razziste come la Bossi-Fini, per la chiusura dei Cie, per la fine dello sfruttamento del lavoro migrante, per nuove norme sulla cittadinanza e l’apertura delle frontiere europee.
Per questo saremo nelle piazze il 17 e il 18 insieme alle comunità migranti nella giornata globale dei diritti dei migranti, che assume ora un carattere di mobilitazione antirazzista e solidale.

Esecutivo nazionale Sinistra Critica

lunedì 12 dicembre 2011

Obbedire al referendum - Per i beni comuni, verso una democrazia radicale

Obbedire al referendum
Per i beni comuni, verso una democrazia radicale

Assemblea
Giovedì, 15 dicembre 2011, ore 20.30
(Tram 2, Bus 82, Filobus 90/91, 92, Passante Bovisa)


Intervengono:


Marco Schiaffino
Comitato acqua pubblica - Attac Italia
Il quadro politico di una battaglia indispensabile

Fabio Ruggiero
Comitato acqua di Napoli - Sinistra Critica
La “crisi del debito“ e le iniziative necessarie

coordina: Sergio D’Amia

organizza: Sinistra Critica Milano

Sembra sia passato chissà quanto tempo da quando si era tutti in piazza, il 13 Giugno, a festeggiare la vittoria dei SI per i Referendum contro il nucleare e per l'acqua pubblica. D'altronde, la casta del centrodestra come quella del centrosinistra, con l'aiuto delle grandi testate giornalistiche, hanno fatto di tutto per oscurarla. Una vittoria insperata, nata dal basso e quindi ingovernabile perchè capace di ribaltare la logica per cui il bene ultimo deve essere sempre il profitto...

giovedì 1 dicembre 2011

Meno treni, più armi: la death economy di Finmeccanica

di Marco Panaro

Credo che non abbia tutti i torti Alan D. Altieri quando parla della Death Economy, economia di morte, avvertendoci che nella storia umana «è sempre stato l’unico metodo conosciuto di espansione economica».
[1]
Viene difficile spiegare altrimenti per quale ragione un'azienda a partecipazione pubblica come Finmeccanica (il 30,2% del capitale è posseduto dal Ministero del Tesoro) debba prosperare con la vendita di armi e sistemi di difesa e abbandonare invece il settore ferroviario e del trasporto pubblico locale.

Risale infatti a metà novembre l'annuncio della probabile dismissione di Ansaldo Breda e Menarini Bus perché, ha affermato l'amministratore delegato della holding Giuseppe Orsi, «i settori strategici sono aerospazio e difesa, elettronica per la difesa e la sicurezza» e non «energia e trasporti».[2]
AnsaldoBreda è l'unica impresa ferroviaria italiana rimasta, in grado di produrre veicoli completi e non solo componentistica: Fiat è uscita dal settore nel 2000, con la vendita di Fiat Ferroviaria alla multinazionale a base francese Alstom, mentre un'altra azienda storica, Firema, è in amministrazione controllata dall'agosto del 2010.

Siamo dunque all'ultimo atto dello smantellamento dell'industria ferroviaria italiana, che pure ha avuto un passato nobile. Con conseguenze pesanti sui posti di lavoro, come dimostrano gli scioperi e le manifestazioni di questi giorni dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende coinvolte.
Che AnsaldoBreda abbia qualche problema è un dato di realtà. Parlano da sole le puntuali contestazioni, da parte delle ferrovie danesi e di quelle olandesi, dei più recenti prodotti forniti dall'azienda del gruppo Finmeccanica.

Ma questo chiama in causa, semmai, il modo in cui l'azienda è stata gestita, come sono stati scelti i suoi gruppi dirigenti, perché è stato disperso il know-how e quindi, trattandosi di un'azienda a partecipazione pubblica, pone problemi squisitamente politici.
Ma non giustifica la sua dismissione e la scelta di centrare Finmeccanica sulla produzione di strumenti di morte.

Lo stesso scenario si ritrova nel settore della produzione di autobus: dopo la decisione di Irisbus (Fiat), nella persona del solito Marchionne, di chiudere lo stabilimento di Valle Ufita e di spostare tutta la produzione in Francia, Menarini Bus rimane l'unica fabbrica italiana di veicoli per il trasporto pubblico su gomma, se si escludono alcune realtà con quote di mercato veramente marginali.
Ma c'è di più. Spiega ancora l'ad di Finmeccanica: se i potenziali acquirenti esprimessero interesse anche per il settore del segnalamento ferroviario, in cui opera Ansaldo Sts, «potremmo prendere in considerazione la cessione dell'intero settore ferroviario».
È candidata alla dismissione dunque anche la quota (pari al 40%) di partecipazione della holding in Ansaldo Sts, azienda leader mondiale nella progettazione e produzione di apparati e sistemi per il controllo della circolazione dei treni e delle metropolitane. Non occorre particolare dietrologia per capire che è questo il «gioiellino» su cui si potrebbe concentrare l'attenzione degli eventuali compratori, i quali, se «costretti» ad acquisire anche AnsaldoBreda e Menarini Bus, non si farebbero grandi remore a disfarsene il prima possibile.
Insomma, il paradosso della death economy è il seguente: l'Italia si confermerà uno dei maggiori e più raffinati produttori di armi e altri strumenti di morte, ma non progetterà e costruirà più nessun veicolo per il trasporto pubblico.

La contraddizione insanabile tra le esigenze del profitto capitalistico e i bisogni sociali si manifesta, ancora una volta, nella maniera più palpabile.
Ma non è niente di nuovo: è ciò di cui ci parla il movimento NO-TAV quando denuncia l'inutilità e la dannosità dell'opera che devasterà la Val di Susa. Un progetto sovradimensionato rispetto alla domanda di trasporto realisticamente prevedibile, pensato e difeso militarmente nel nome degli interessi delle grandi imprese di costruzione.
Ed ecco ancora il paradosso mortifero: ci sono i soldi per un'opera faranoica, ma non ci sono per far circolare autobus e treni. Il governo Berlusconi ha deciso, per il 2012, un taglio complessivo dei trasferimenti destinati al trasporto pubblico locale pari a 1655 milioni di euro. Il «salvatore della Patria» Mario Monti non ha ancora fatto sapere se e come intende rimediare. Sono a rischio di soppressione metà dei treni regionali circolanti nel nostro paese e decine di migliaia di posti di lavoro.

[1] http://www.carmillaonline.com/archives/2011/11/004093.html#004093

[2] http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201111151540191672&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=&titolo=Finmeccanica%20non%20esclude%20cessione%20ferrovie,%20giallo%20su%20Guarguaglini

giovedì 24 novembre 2011

Solidarietà con le popolazioni e le rivoluzioni arabe

Venerdì 25 novembre, le Comunità siriana e egiziana di Milano organizzano una “Marcia per la libertà, la dignità e la democrazia” nella città di Milano
L’appuntamento è alle 14.30 in Via Padova 144, Milano

Sinistra Critica di Milano invita tutte/i le/i democratiche e i democratici a partecipare, in solidarietà con il popolo siriano e egiziano per la libertà e la giustizia.




Siamo a fianco del popolo palestinesi contro l’occupazione israeliana
Sosteniamo le rivoluzioni arabe: la loro lotta contro le dittature e per la libertà, la loro rivolta contro un sistema che non concede alcun futuro alle giovani generazioni – sono la nostra lotta, la nostra rivolta!
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“La primavera araba non è finita”
Cronache delle rivoluzioni. Per un sostegno attivo ai popoli arabi
Mercoledì 30 novembre – c/o Zona Risk, via Varchi 3 Milano

Ore 18.00 - Le elezioni in Tunisia e la partecipazione popolare
Racconti e immagini della delegazioni di Sinistra Critica e Atenei in Rivolta in Tunisia
Presentazione del libro “Tunisian Girl” Ed. Alegre

Ore 20.00 - Buffet

Ore 21.00 - Ancora nelle piazze, ancora repressione
Attualità delle rivoluzioni arabe
Intervengono:
• Gassan Azzam - Coord. Naz. Siriano
• Hamdy Bahloul – Assoc. Masrawi, Milano
• collegamento da Gaza con Shahd Abusalama – movimento giovani palestinesi
Introduce e coordina – Piero Maestri – portavoce Sinistra Critica

Le rivoluzioni tunisina ed egiziane – e la loro onda d’urto che si è propagata in tutto il nord Africa e in Medioriente - rappresentano un avvenimento di portata storica globale e segnano l’attuale fase della politica internazionale. Le prime rivoluzioni del nuovo secolo, le prime rivoluzione in questa fase della crisi capitalistica e a questa profondamente connesse, così come richiamano le resistenze sociali che si sviluppano in Europa e Stati Uniti, pur con molte difficoltà.
Non abbiamo timore a definire “rivoluzioni” quanto sta succedendo nel Mediterraneo: troppi anche a sinistra hanno perso la capacità di riconoscere un processo rivoluzionario, con le sue emozioni, le sue potenzialità e i suoi limiti – o perché vorrebbero cancellare il ruolo dei popoli nella storia, ridotta a scontro tra poteri sul piano economico, diplomatico, di potenza, oppure perché hanno una totale sfiducia nell’autorganizzazione di massa, aspettando un qualche avvento del partito della rivoluzione perché questa sia possibile.


Queste rivoluzioni hanno messo paura alle potenze occidentali e ai regimi arabi a queste legate da decenni di politiche liberiste e di scambi economici e politici che rispondono agli interessi di entrambi i soggetti – sulla testa delle masse arabe (ed europee).
Per questo è subito partita una controvoluzione, sia attraverso tentativi di trasformismo politico di pezzi dei regimi, sia con l’intervento violento e repressivo – come abbiamo visto in Bahrein, in Siria, in Yemen, in Libia (attraverso l’intervento della Nato). Le vicende di questi giorni in Egitto e Siria confermano questa volontà delle elite dominanti e autoritarie di impedire la libera espressione della popolazione, delle/dei giovani, di lavoratrici e lavoratori.

Noi sosteniamo incondizionatamente le rivoluzioni popolari – politiche, economiche e sociali.
Sosteniamo le/i giovani che vogliono decidere del loro futuro, le lavoratrici e i lavoratori che scioperano per giustizia e democrazia, le donne che affermano parità e protagonismo...
Sappiamo che questo vento di rivoluzione è la vera speranza anche per la Palestina e le/i palestinesi – come hanno capito le/i giovani del “movimento 15 marzo”.
Vogliamo sviluppare un sostegno dal basso, che oltre alla solidarietà politica e materiale diretta con le forze rivoluzionarie arabe, costringa governo e istituzioni italiane a non mantenere relazioni economiche, politiche e soprattutto militari con le dittature arabe e con il governo di Israele:
• rottura di tutti gli accordi militari e di ricerca bellica con Israele e i regimi arabi e condizionamento degli accordi economici al rispetto dei diritti dei lavoratori e delle popolazioni;
* sostegno dell’autodeterminazione dei popoli dell’area – da quello palestinese ai saharawi dimenticati dal mondo,;
• fine di ogni politica di guerra, abbattimento delle spese militari, uscita dalla Nato per costruire relazioni di cooperazione pacifiche con le istituzioni frutto delle trasformazioni rivoluzionarie.

Sinistra Critica – organizzazione per la sinistra anticapitalista – Milano

sabato 12 novembre 2011

VIA IL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO

questo è il testo del volantino che abbiamo distribuito oggi alla manifestazione "Riprendiamoci il campo", organizzata da Cgil e dintorni - prima delle dimissioni di Berlusconi...

Vogliamo essere chiari fin dall'inizio: la caduta, meglio la cacciata, del governo Berlusconi e la fine della carriera politica del presidente del consiglio sono obiettivi (risultati?) sacrosanti. Punto.

Questo governo rappresenta e ha rappresentato la faccia feroce e immorale delle politiche liberiste, un governo che non conosce le regole democratiche e ha costruito le fortune di imprese e personaggi amici sul taglio delle spese sociali e del livello di vita di milioni di donne e uomini. Per questo la sua caduta è una liberazione e un’occasione per le classi popolari e per la democrazia del nostro paese.

Ma…

...SMETTERANNO DI CHIEDERCI SACRIFICI ?

Il dibattito sulla composizione istituzionale della crisi di governo non parla di un cambio di rotta: governo tecnico, governo “traghettatore”, governo di larghe intese e altre amenità qualunque esso sia sarà formato da coloro i quali hanno permesso a Berlusconi di fare indisturbato tutti i maggiori disastri, dall’opposizione o dalla maggioranza di governo: finanziarie contro i lavoratori, privatizzazioni, il Tav, lager per migranti, etc…
Gente che condivide l’idea di fondo di quel governo: fare cassa per coccolare finanza e mercati dell’Unione Europea – e Mario Monti rappresenta la figura esemplare di questa tendenza.
Per questo ci interessa molto, invece, comprendere cosa si sta preparando per lavoratrici e lavoratori, giovani, precarie/i di questo paese.
La crisi di governo non avviene sull’onda delle mobilitazioni di massa, che pure non sono mancate anche in Italia. È la conseguenza dell’incapacità di Berlusconi in prima persona e della sua maggioranza di mentecatti di fare due cose:
1. dare piena soddisfazione alle esigenze dal capitale dominante in Europa - quindi alla Bce e ai suoi
padroni franco-tedeschi (anche se alla guida c’è l’italiano Draghi)
2. permettere alla Confindustria e alle banche di avere capitali freschi per permettere loro di uscire
dalla crisi con maggiori profitti e poteri.
Per poter applicare fino in fondo questi provvedimenti il centrodestra al governo non è più sufficiente: serve imbarcare nell’operazione anche una parte della cosiddetta “opposizione”, quella “responsabile” formata dal PD e dal fantomatico “terzo polo” (pensate al trio Casini, Fini, Rutelli…..). “Opposizione” così responsabile da condividere fino in fondo le deleterie ricette di Fmi e Bce e che quando critica Berlusconi sulla politica economica lo fa… da destra: nel senso che critica l’impresentabilità di Berlusconi, ma non le politiche di fondo.
Così responsabile da aver permesso che passassero le finanziarie (per discutere la sfiducia – dicembre 2010), la manovra di bilancio, la legge di stabilità…
Bisogna allora affrontare un nodo chiave delle scelte politiche dei prossimi mesi: CHI PAGA?
Non è sufficiente dire che si vogliono più risorse per il lavoro, i giovani, il welfare, la cultura etc…
Bisogna dire dove devono essere prese queste risorse.
E la risposta dev’essere una risposta di classe: paghi chi ha provocato la crisi, paghi chi non ha mai pagato; altro che “anche i ricchi paghino”, solo i “ricchi” devono pagare! Noi abbiamo già pagato e ancora stiamo pagando.
Va bene riprendersi il campo, ma bisogna ricordarsi che è stato minato!
La caduta del governo Berlusconi è un’occasione perché la sinistra anticapitalista prenda la forza di organizzarsi e perché lavoratrici e lavoratori, precari/e, studentesse e studenti, migranti, diano vita ad una mobilitazione che ponga dal basso una piattaforma chiara: il debito illegittimo non si deve pagare; vanno tagliate le spese inutili e dannose (spese militari e grandi opere come Tav, Expo2015, Ponte di Messina…); vanno recuperati i miliardi regalati alle imprese con il cuneo fiscale di Prodi ancora in vigore e con altri provvedimenti simili; vanno nazionalizzate le banche e intrapresa la gestione pubblica e partecipativa dei beni comuni a cominciare dall’acqua, come hanno deciso con un referendum 27milioni di elettori ed elettrici il 12 giugno scorso.
Con queste risorse si potrà costruire una politica economica diversa, che finalmente risponda ai bisogni del “99%” – come dicono i manifestanti di “Occupy Wall Street” – e che ponga al primo posto la riconversione ecologica della produzione (e del territorio, così da evitare altri morti alla prossima pioggia o al prossimo terremoto).
Alla “società civile” chiediamo se è pronta a lottare per questi contenuti, se è pronta a opporsi a qualsiasi governo che intenda fare politiche di guerra, contro i diritti dei lavoratori, contro le classi popolari. Se è pronta a respingere la politica dei sacrifici e invece a pretendere che la crisi venga fatta pagare a chi l'ha creata. Quindi a costruire una vera alternativa.
Noi ci vogliamo provare.
DOPO BERLUSCONI… VIA IL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO!

Sinistra Critica Milano

martedì 8 novembre 2011

Norina, antifascista sempre



Il 6 novembre è morta la compagna e partigiana Nori Brambilla. Molte/i di noi l'hanno conosciuta e hanno avuto l'onore di esserne compagne/i di partito, insieme anche al marito Giovanni Pesce.
Ma per tutte/i noi è una figura imprescindibile, un esempio senza alcuna retorica della lotta per la libertà e la giustizia sociale, una donna bella e sempre disponibile nella relazione con le/i compagne/i.
La ricordiamo con le parole dell'Anpi milanese e invitiamo tutte/i a renderle onore nella giornata del 9 novembre.

La cerimonia funebre si svolgerà mercoledì 9 novembre, alle ore 15,00, nella sala "Di Vittorio" della Camera del Lavoro, in Corso di Porta Vittoria 43 a Milano.
La camera ardente sarà aperta alle ore 11 di mercoledì 9/11 nella stessa Camera del Lavoro

Questo il ricordo dell'Anpi milanese
L'Anpi provinciale di Milano ricorda con commozione ed affetto la partigiana Nori Brambilla Pesce, la cui vita è stata interamente dedicata alla battaglia per gli ideali della libertà, per i valori dell'antifascismo, della Resistenza e allo sforzo per costruire una società più democratica, più libera e più giusta.
Nori proveniva da una famiglia di forti tradizioni antifasciste. Fin da giovanissima lavora come impiegata alla ditta Paronitti, dove ha la possibilità di conoscere l'esistenza di uomini e donne che non si erano mai arresi al fascismo.
Inizia così la sua maturazione antifascista che si consolida negli anni delle sofferenze cui è sottoposta la popolazione a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia e nel corso degli scioperi del marzo 1943.
Dopo l'8 settembre 1943 entra a far parte con sua madre, tramite Vera Ciceri, dei Gruppi di Difesa della Donna che ebbero un ruolo fondamentale nell'aiutare i soldati allo sbando. Successivamente Nori viene assegnata, come ufficiale di collegamento, al 3° Gap guidato da Giovanni Pesce. Dal maggio 1944 al giorno della sua cattura avvenuta il 12 settembre 1944, partecipa a tutta l'attività del 3° Gap.
La sua vita da gappista finisce appunto il 12 settembre 1944, quando a seguito di una spiata, è catturata in piazza Argentina da militi fascisti in borghese, tradotta alla Casa del Balilla di Monza, dove viene picchiata e torturata su ordine del sergente delle SS Wernig, perché volevano che confessasse dove si trovasse Giovanni Pesce. Condotta nel carcere di Monza, vi trascorre un mese e mezzo, finché non viene trasferita brevemente a San Vittore e poi, a soli ventuno anni, nel campo di concentramento di Bolzano, dove resterà dal novembre 1944 all'aprile 1945.
Lì, nonostante i controlli serrati e le drammatiche condizioni di vita, riesce a partecipare all'attività di una sezione del Comitato clandestino del CLN.
Dopo la Liberazione, Nori Brambilla, torna a piedi, con altri compagni, attraverso la Val di Non, il passo della Mendola e quello del Tonale, a Milano, dove riabbraccerà la famiglia e il "suo" comandante, Giovanni Pesce, medaglia d'oro della Resistenza. Nori e Giovanni si sposeranno il 14 luglio 1945.
Per decenni militante del PCI e poi di Rifondazione Comunista, Onorina Brambilla Pesce ha ricevuto il diploma del comando alleato di Alexander e la Croce di guerra al valor partigiano. Nel 2006 è stata insignita della Medaglia d'Oro di benemerenza dal Comune di Milano. Nel dopoguerra ha fatto parte della commissione femminile della Camera del Lavoro ed è stata dirigente nazionale della FIOM-CGIL.
Il suo intenso attivismo si è espresso, da sempre, nel mondo dell'Associazionismo resistenziale. Ha fatto parte dell'ANED come ex deportata politica, è stata Presidente dell'Associazione Nazionale Perseguitati Politici, Presidente onoraria dell'AICVAS, l'Associazione degli ex Combattenti volontari antifascisti nella guerra di Spagna. Nori attualmente faceva parte della Presidenza Onoraria dell'ANPI di Milano, di cui è stata a lungo Vicepresidente, oltre che membro del Consiglio Nazionale.
Intenso e ininterrotto è stato l'apporto di Nori all'attività e alle iniziative dell'ANPI, soprattutto nelle scuole. Nel rapporto con le giovani generazioni dispiegava tutta la sua passione, il suo entusiasmo, la sua carica ideale. E sia Nori che Giovanni Pesce rinascevano, quasi, nel contatto e nel rapporto con i giovani, che consideravano elemento decisivo della rinascita nazionale. Erano entrambi profondamente convinti, come noi stessi lo siamo, che la missione dei giovani non è quella di conformarsi all'ordine costituito, ma di portare in tutta la vita nazionale, come avvenuto negli anni della crisi del regime fascista, la loro carica di rinnovamento, di volontà e di entusiasmo che permetta di affrontare e risolvere i gravi problemi del Paese .
A.N.P.I. COMITATO PROVINCIALE DI MILANO

mercoledì 26 ottobre 2011

Tutte/i a Nizza contro il G20!

“Les peuples d’abord. Pas la finance!”. Potremmo tradurlo in maniera un po’ libera: le nostre vite valgono più della loro finanza.
Questo slogan – che esprime un sentimento anticapitalista sempre più diffuso di fronte alla crisi, in Europa e non solo – è l’invito della coalizione francese “Collectif national contre G8/G20” per essere tutte/i a Nizza/Cannes dal 1 al 4 novembre 2011 in occasione del vertice dei G20 (che si terrà dal 3 al 5 novembre al resort Riviera a Cannes).

I mesi scorsi sono stati caratterizzati dalle proteste e dalle rivolte in diversi paesi europei e da vere e proprie rivoluzioni nei paesi arabi; mobilitazioni che hanno messo in luce – nell’evidente diversità dei contesti – l’esistenza di una diffusa consapevolezza dell’intollerabilità del sistema economico e politico in cui viviamo e una forte insofferenza per la gestione della crisi da parte dei vecchi e nuovi padroni del mondo, che scaricano il costo della loro crisi sui poveri, su lavoratrici e lavoratori, sulle giovani generazioni a cui viene negato un futuro, su interi popoli.
La crisi economico-finanziaria naturalmente colpisce soprattutto i paesi più poveri, ma le conseguenze sono drammatiche anche nei paesi industrializzati. Di fronte a questo le scelte politiche dei governi – che hanno privilegiato il salvataggio del settore finanziario e bancario - si sono incentrate esclusivamente su misure di austerità, e un rilancio di misure che sono già all’origine dell’impoverimento di lavoratrici e lavoratori e...

martedì 18 ottobre 2011

Il nodo è l'autodeterminazione dei movimenti

Comunicato sui fatti del 15 ottobre

Si possono utilizzare sguardi e criteri diversi per descrivere quello che è accaduto a Roma il 15 ottobre e posizionarsi di fronte agli accadimenti. A noi interessa poco il dibattito sui “violenti” o sul “complotto”, sui “cattivi” a cui si contrappongono i “buoni”. Il nostro sguardo e il nostro punto di vista si colloca decisamente dentro al movimento che vogliamo costruire e si preoccupa delle sue potenzialità, della sua crescita, della sua efficacia e, soprattutto, della sua possibilità di decidere democraticamente. Di autodeterminarsi. Questo è il punto che vogliamo mettere al centro di questa riflessione perché, allo stesso tempo, questa possibilità è la grande sconfitta della giornata del 15 ottobre.
1) Le potenzialità del 15 ottobre sono evidenti dai numeri di una manifestazione...

mercoledì 12 ottobre 2011

PULLMAN per ROMA

Sabato 15 ottobre TUTTI e TUTTE a ROMA!

PULLMAN!!!
- Bisogna prenotarsi (al volo!) al: 333 466 51 07

ANDATA:
partenza venerdi' ore 23.45 piazzale Loreto vicino all'Upim

RITORNO (A) sabato sera:
partenza Roma, arrivo a Milano sempre in Loreto Domenica mattina in orario utile per utilizzare il metro'

RITORNO (B) domenica pomeriggio
per poter partecipare ad una possibile/probabile “accampata” o comunque iniziativa permanente:
partenza domenica pomeriggio da Roma, arrivo a Milano verso le 23.00 sempre di domenica

COSTO:
Disoccupati/studenti E. 15/20
Lavoratori E. 30/35
(il range di prezzo è per permettere a tutti di partecipare, chi può paga la tariffa più alta)


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Per chi non puo' venire a Roma ma vorrebbe può sottoscrivere per coprire le spese:

Conto 1689965 intestato a
Sinistra Critica Banca Popolare Emilia Romagna-agenzia 10
Codice Iban: IT92B0538701609000001689965
Causale: 15 ottobre

venerdì 7 ottobre 2011

8 ottobre 2001 – 8 ottobre 2011 - Dieci anni di bombardamenti e occupazione in Afghanistan

PRESIDIO A MILANO -
SABATO 8 OTTOBRE ORE 16.00
P. CORDUSIO - ANG. MERCANTI
Sarà presente Sameer del partito democratico afghano Hambastagi (della Solidarietà)

Nel decimo anniversario dei bombardamenti USA/NATO sull’Afghanistan, il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane (CISDA) denuncia il bilancio fallimentare della missione internazionale in Afghanistan.
L’8 ottobre 2001, a seguito del tragico evento dell’11 settembre, gli USA e i loro alleati iniziano l’occupazione dell’Afghanistan con pesanti bombardamenti con il pretesto di “sconfiggere il terrorismo”, abbattere il regime dei talebani responsabili di aver sostenuto Bin Laden, riportare la democrazia, liberare le donne, ricostruire un paese già devastato da 20 anni di guerra.
Gli USA scelgono di sfruttare sul terreno le milizie dell’Alleanza del Nord, gruppi di fondamentalisti islamici responsabili della guerra civile del 1992-1996 che ha devastato l’Afghanistan, facendo perdere la vita a 70.000 persone nella sola Kabul; gli stessi criminali di guerra già sostenuti, con grossi finanziamenti e forniture di armi, per cacciare le armate sovietiche che avevano occupato il paese nel 1979.
Quando cade il regime talebano, la comunità internazionale...

giovedì 6 ottobre 2011

NON PAGHIAMO NOI IL LORO DEBITO!

Verso la manifestazione nazionale del 15 ottore

Il debito pubblico oggi è il pretesto per giustificare un assalto senza precedenti al welfare europeo, ai diritti dei lavoratori, alla spesa sociale. Come avvenne all’inizio degli anni ‘80 nei confronti dei paesi del Sud del mondo che furono oggetto di “piani di aggiustamento strutturale” da parte del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale con uno spaventoso trasferimento di risorse dai popoli più poveri ai forzieri delle banche più ricche del mondo capitalista, anche oggi si sta realizzando un meccanismo analogo. Lo scoppio della crisi nel 2007-2008 ha trasferito un enorme debito privato ai debiti pubblici e oggi il conto viene fatto pagare al pubblico impiego, ai lavoratori, ai servizi sociali, ai diritti del lavoro. Il caso della manovra di agosto del governo Berlusconi è più che esplicito. Oggi i piani di aggiustamento strutturale in Europa sono portati avanti da una nuova “troika”: il Fondo monetario con l’ausilio determinante di Commissione europea e Banca centrale europea propongono dappertutto, in Grecia come in Spagna, in Portogallo come in Italia, le stesse ricette. Riduzione dei salari pubblici, licenziamenti o blocco del turn over, allungamento dell’età pensionistica, privatizzazioni.

Il motivo, chiaramente, è sempre lo stesso: non è possibile sostenere un deficit crescente del bilancio statale né un peso eccessivo dell’indebitamento pubblico. Eppure...

mercoledì 5 ottobre 2011

Novaceta, la lotta nell’impasse

Cronaca dalla Prefettura di Milano 
di Mario De Luca*

In data 4 ottobre si è avuto un ulteriore incontro presso la Prefettura di Milano a cui hanno partecipato le OO.SS., il comune di Magenta, rappresentato da Simone Gelli, la proprietà Unicredit , il curatore fallimentare ed il Comitato Magentino Dignità e Lavoro con Mario De Luca.

lunedì 26 settembre 2011

Seminario nazionale 2011 di Sinistra Critica

Registrazione video della plenaria che si è svolta venerdì 16 settembre 2011
I MOVIMENTI SOCIALI TRA CRISI E SOGGETTIVITA'

Interventi di:
03:16 - Miguel Romero (Izquierda Anticapitalista, Spagna)
44:40 - Antonella Clare Vitiello (Atenei in Rivolta)
51:25 - Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile - FIOM)
1:17:34 - Emiliano Viti
1:30:24 - Fabiola Correale
1:44:56 - Gigi malabarba
Modera: Felice Mometti



Registrazione video della plenaria che si è svolta sabato 17 settembre 2011
"IL VOSTRO DEBITO NON LO PAGHIAMO:
La crisi, le politiche europee e le risposte necessarie"


Interventi di:
01:38 Eric Toussaint (CADTM, Belgio)
58:52 Paolo Carsetti (comitato "2 Sì per l'Acqua Bene Comune")
1:13:20 Andrea Fioretti (Coordinamento Lavoratori Autoconvocati)
1:24:14 Enrico Lancerotto (Atenei in Rivolta)
1:33:40 Flavia D'angeli (portavoce Sinistra Critica)

domenica 25 settembre 2011

incontro pubblico sul “Capitalismo tossico”

Martedì 11 ottobre ore 21
Centro Scaldasole
via Scaldasole, Milano (Tram 3, 9 - bus 94)

Presentazione del libro “Capitalismo tossico” e incontro pubblico con l'autore Danilo Corradi e l'economista Andrea Fumagalli


I “titoli tossici”, alla base dell’esplosione della crisi economica internazionale, sono solo la punta dell’iceberg di un capitalismo malato. Andando oltre le interpretazioni prevalenti, che individuano in fattori superficiali e contingenti le cause della crisi, il libro di Bertorello e Corradi prova a riflettere sulle ragioni strutturali, proponendo una carrellata dei vari tentativi di uscita, rivelatisi inefficaci o controproducenti, messi in atto a livello globale, comprese le proposte neokeynesiane.

Consapevoli che la crisi del capitalismo non significa la sua morte, gli autori rovesciano l’idea secondo cui l’economia ha le sue leggi naturali, sottolineando la natura umana di questo sistema sociale, e quindi i soggetti che potrebbero trasformarlo, in primo luogo i lavoratori e le lavoratrici. Di fronte a crisi strutturali e cicliche occorre uscire dal capitalismo ma per farlo bisogna bloccare la progressiva messa in concorrenza di settori crescenti dell’umanità, superando l’idea della propensione del genere umano alla competizione per arrivare alla de-competitività del sistema, reinventando luoghi non privati, de-mercificati.


Vedi scheda del libro

lunedì 5 settembre 2011

Il loro debito non lo paghiamo. E' tempo di rivolta!


Governo e parlamento eseguono gli ordini ricevuti dalle banche, dalla Confindustria e dalle istituzioni europee: affrontare la crisi capitalistica imponendo un vero massacro sociale delle classi popolari.
La doppia manovra del 6 luglio e del 13 agosto estorce nel giro di 4 anni e in diverse forme 130 miliardi di euro ai lavoratori per trasferirli alle banche, ai padroni e speculatori.           Lo fa attraverso l’introduzione e l’aumento dei ticket sanitari, riducendo il valore delle pensioni e aumentando l’età pensionabile, taglieggiando i lavoratori pubblici e abolendo di fatto i contratti nazionali di lavoro nel privato, con gigantesche riduzioni della spesa pubblica nazionale e degli enti locali, col conseguente tracollo dei servizi e pubblici e con drastici tagli alle agevolazioni fiscali e assistenziali.

Tutto questo per pagare il debito dello stato. Ma è una truffa!  Questo debito è nato : 
  • dalle massicce riduzioni fiscali elargite alle classi ricche e dalla loro evasione fiscale;
  • dagli enormi finanziamenti dello stato per tenere in piedi le banche private.
Rigettiamo la manovra e rifiutiamo di riconoscere e di pagare un debito illegittimo, che non è stato fatto da noi, che serve a garantire le speculazioni dei potentati finanziari.

La manovra produrrà una crisi ancora più grave di sottoconsumo e alimenterà una recessione profonda dell’economia.
Devono pagare coloro che non hanno mai pagato: il grande capitale, le banche e le rendite, le nomenklature dei faccendieri e politicanti arricchitesi al loro servizio.

Bisogna imporre:
  • una patrimoniale sulle fortune accumulate nel tempo, la nazionalizzazione delle banche;
  • dopo decenni di stangate, una redistribuzione a favore delle classi lavoratrici, un reddito sociale per i senza lavoro, l’istituzione di un salario minimo di garanzia, la distribuzione del lavoro riducendo l’orario, un piano di servizi pubblici e di risanamento ambientale, la drastica riduzione delle spese militari, la rinuncia alle costosissime, inutili e dannose grandi opere come la TAV.

Occorre un grande schieramento di lotta che mobiliti tutti, che costruisca un rapporto di forza capace di bloccare la manovra affermando gli interessi e i bisogni della classe lavoratrice.
Lo sciopero del 6 settembre è stato convocato dalla CGIL dopo la firma del vergognoso patto sociale del 28 giugno, rendendo poco credibile la propria volontà di lotta. Lo sciopero contemporaneo dei sindacati di base è invece indetto giustamente contro la dittatura delle banche e dell’Unione europea. Occorre andare oltre questo primo momento di lotta, perchè non si possono ottenere risultati con la fermata di un solo giorno.
Bisogna continuare con una mobilitazione permanente dal basso che coinvolga insieme a lavoratori e lavoratrici, tutti i movimenti sociali che sono scesi in campo in questi mesi: dagli studenti alle donne, dai comitati ambientalisti alle associazioni per la difesa dei beni comuni.
Per vincere dobbiamo resistere un minuto di più dei padroni, con gli scioperi nei luoghi di lavoro, con lo ‘sciopero precario’ che coinvolga con il blocco dei flussi produttivi e informatici anche chi di solito non può scioperare, con le tende permanenti in piazza come gli ‘indignati’ spagnoli. 
Oggi è possibile dar vita a una mobilitazione che sfoci in una enorme manifestazione di massa a Roma il 15 ottobre, giornata che vedrà grandi iniziative di lotta in tutte le principali capitali europee.

Bisogna assediare i palazzi del potere fino alla cacciata di questo governo!

venerdì 26 agosto 2011

Ci vogliono morti, dobbiamo fermarli

Sotto l’auspicio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con il consenso “bipartisan” della minoranza parlamentare di centrosinistra e con un pressing costante di Marcegaglia, Marchionne, Montezemolo e poteri forti di questo paese,il governo Berlusconi si appresta al dibattito parlamentare per varare la “supermanovra “ di Ferragosto probabilmente modificata, certamente peggiorata.

Quello che tutti vogliono, in nome della “coesione sociale” e praticando di fatto una nuova versione dell’unità nazionale di altri tempi è far pagare il conto della crisi capitalistica alle classi popolari, utilizzando le politiche liberiste di risanamento del debito per spianare quello che resta delle conquiste del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici.
La regia dell’operazione è affidata alla Bce e agli esponenti dell’Unione Europea, l’esecuzione ai governi nazionali, siano essi di centrosinistra o di centrodestra.

giovedì 14 luglio 2011

GENOVA 2011 - LORO LA CRISI, NOI LA SPERANZA

Quest’anno sono 10 anni dai giorni di Genova contro il G8 del luglio 2001.
10 anni dalla morte di Carlo Giuliani; 10 anni dalla sospensione della legalità da parte delle forze dell’ordine e del governo che le copriva/dirigeva; 10 anni dall’attacco al movimento chiamato “No Global”, che da qualche anno stava mettendo in discussione le politiche economiche globali.
10 anni anche dalle giornate delle grandi manifestazioni, per i diritti dei migranti, contro la globalizzazione capitalista, contro le politiche di distruzione dell’ambiente e contro la guerra: manifestazioni di decine di migliaia di persone – che negli anni successivi continuavano la mobilitazione in forma diffusa e partecipata – iniziativa entrata in crisi negli anni 2006/2007, anche per le responsabilità della “sinistra di governo”.

Le ragioni di quel movimento sono ancora tutte valide e anche i suoi semi in qualche caso sono germogliati (come nel caso della vittoria referendaria per la difesa dei beni comuni...), altri movimenti in questi anni hanno tenuta alta la lotta sociale (per esempio gli studenti...), mentre nel Mediterraneo i movimenti sociali e popolari pongono di nuovo la questione della “rivoluzione possibile” (e necessaria)....

Dopo 10 anni torniamo a Genova. Non solo per ricordare, ma soprattutto per ritrovare le ragioni della nostra iniziativa e rimettere in circolo quelle idee, le nuove realtà sociali, il rinnovato bisogno di una trasformazione globale.

martedì 5 luglio 2011

Presentazione: Gli ultimi mohicani - Una storia di Democrazia Proletaria

La sede della presentazione si terrà nella storica sede della ex libreria Punto e Virgola di Bollate.

Per raggiungerla in auto vedi mappa.

Per raggiungerla con i mezzi ci sono treni ogni ora e ogni mezz'ora in partenza da Cadorna, e viceversa, per tutta la sera.



Ci sarà anche la possibilità di acquistare alcuni manifesti originali di allora.
Tipo questo:





lunedì 4 luglio 2011

presidio per la Freedom Flotilla


Milano, lunedì 04 luglio, ore 17:30
PRESIDIO
davanti al Consolato Generale di Grecia, Viale Beatrice d'Este, 1 (angolo Corso Italia)
che dà il via all'assedio permanente del consolato, che durerà fino a quando il governo greco non consentirà la partenza di tutte le navi della coalizione.
Vista l'importanza dell'iniziativa siamo tutti caldamente inviati a partecipare, nel tentativo di
fermare l'avanzata del controllo sionista sul Mediterraneo!

venerdì 1 luglio 2011

Sinistra Critica aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale No Tav

VAL DI SUSA, MANIFESTAZIONE DOMENICA 3 LUGLIO.
EVITARE LE AUTO! DA MILANO TRENO ORE 6.00 STAZIONE CENTRALE (arrivo a Chiomonte ore 8.56):
fate biglietti per tempo, portate acqua e cibarie (autosufficienza), scarpe da ginnastica. NO TAV !

Il comunicato nazionale di Sinistra Critica
Sinistra Critica aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale No Tav di domenica 3 luglio a Chiomonte. Ieri sera una marea di persone, donne, uomini, giovani, anziani, con i sindaci in testa, ha invaso le strade di Susa a dimostrazione che il popolo valsusino non è stato piegato dall'occupazione della Maddalena. Noi stiamo con loro, a difesa del bene comune e dell'ambiente, contro un'opera inutile e dannosa che serve solo a garantire nuovi profitti ai padroni e a ogni sorta di costruttori e profittatori.
Per queste ragioni Sinistra Critica si impegna alla riuscita della manifestazione di domenica e a costruire attivamente una vasta e capillare azione di solidarietà al movimento No Tav in tutto il paese.

domenica 26 giugno 2011

Venerdì 1 luglio - Per non dimentiCARLO

Parole, immagini e musica per non dimentiCARLO

Interviene: Gigi Malabarba
(coordinamento nazionale sinistra critica)

Ci allieterà con la sua musica e la sua umanità il cantapoeta, cantastorie, cantautore...? ALESSIO LEGA (www.alessiolega.it)

Perchè la mattanza di Genova non deve essere dimenticata!

Venerdì 1 luglio 2011
ore 21
BRESSO
Sala Coop Aurora
Via Bologna 7

martedì 14 giugno 2011

No all'occupazione israeliana di Milano

Presidio sabato 11 giugno - ore 15.00 Piazza Duomo, Milano

Corteo sabato 18 giugno - ore 15.00 Largo Cairoli, Milano

Dal 12 al 23 giugno a Milano, in piazza Duomo, si terrà “Israele che non ti aspetti”, una kermesse sulla tecnologia e sul turismo israeliani promossa dalle stesse autorità di Tel Aviv in collaborazione con gli enti locali lombardi, per “promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano” e raccontare “un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto”. Un'operazione da 2,5 milioni di euro che vorrebbe cancellare la memoria della pulizia etnica che ha dato origine alla nascita dello stato di Israele e che perdura tuttora: la violenta cacciata degli abitanti della Palestina nel 1948-49, l’espropriazione della loro terra, la soppressione dei loro diritti civili e dei più fondamentali diritti umani, la negazione del diritto dei profughi palestinesi al ritorno nella propria terra.

Di fronte a questa vera e propria provocazione, diverse organizzazioni (tra le quali Sinistra Critica) hanno deciso un programma di inizitive di contestazione e controinformazione.
Non sarà la levata di scudi contro i "violenti" che minaccerebbero persino la "comunità ebraica" (parola di Penati...) a fermare queste inizitive.

Per informazioni sulle diverse manifestazioni, consultate il sito www.controkermessemilano.com
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Lettera inviata al Corriere della sera da alcune/i compagne/i del Comitato...

Sul Corriere di lunedì 6 giugno Pierluigi Battista ci fa l’onore di parlare delle iniziative che si terranno a Milano contro l’annunciata Kermesse “l’Israele che non vi aspettate”, organizzata dall’Ambasciata israeliana in Italia.

martedì 24 maggio 2011

L'impossibile capitalismo verde - Incontro Pubblico

3 si ai referendum per difendere l’ambiente e le nostre vite dai loro profitti

Sabato 28 maggio Ore 14.30
c/o Barrio's Café -
via Barona ang. via Boffalora - Milano - 20142
(MM Romolo e bus 76, oppure bus 74-59)

Incontro pubblico con
Daniel Tanuro
autore del libro “L’impossibile capitalismo verde” Edizioni Alegre

Senza mai cedere al catastrofismo, il libro argomenta la drammaticità delle conseguenze dello sconvolgimento climatico, per nulla affrontate dai vertici internazionali, che privilegiano i profitti immediati dei gruppi industriali al futuro stesso dell’umanità.
Di fronte a tale situazione l’autore cerca di rispondere al “rompicapo del secolo”, ovvero come stabilizzare il clima soddisfacendo al contempo il legittimo diritto allo sviluppo di 1,3 miliardi di persone che soffrono la fame e non hanno accesso ad acqua ed energia elettrica. E lo fa con rigore scientifico e sintetizzando gran parte del dibattito dei movimenti ecologisti, dimostrando l’impossibilità di un capitalismo verde, e criticando sia le teorie della decrescita che alcune ambiguità produttiviste del marxismo.

Sinistra Critica Milano

venerdì 20 maggio 2011

Dobbiamo battere la destra, nelle elezioni e con i referendum. Per costruire un’alternativa a sinistra, oltre il voto.

Scarica il volantino

Le elezioni amministrative dello scorso 15/16 maggio hanno rappresentato un forte segnale della crisi della destra berlusconiana e del suo blocco di potere.

In particolare a Milano la destra milanese esce a pezzi dal primo turno: il Popolo della Libertà perde consensi e anche Berlusconi perde preferenze, mentre la terribile Moratti riesce nell’impresa mai riuscita di perdere migliaia di voti anche personali dopo 5 anni da Sindaco; non se la passa meglio la Lega Nord che paga le sue ambiguità e la sua alleanza con un sindaco inviso al suo stesso elettorato.

Questa sconfitta produrrà sicuramente nuove e interessanti lacerazioni nelle prossime settimane con conseguenze anche nazionali...

lunedì 16 maggio 2011

Presidio per la Palestina - martedì 17 maggio

Anche in Palestina soffia il vento della rivolta.
Dopo la cacciata di Ben Ali e Mubara si sono estese le mobilitazioni popolari contro le dittature nel Mediterraneo e la rabbia delle popolazioni in tutta la regione – dalla Libia al Marocco, dal Bahrein allo Yemen, alla Siria – è diventata protagonismo politico che non potrà essere facilmente cancellato. I paesi della Nato hanno cercato di dire la loro per frenare i processi rivoluzionari e garantire il mantenimento dello status quo e del loro controllo della regione, con una guerra in Libia ipocrita e criminale.
Ieri, nella giornata del ricordo della Nakba, le/i palestinesi in tutti i paesi nei quali sono ancora profughi si sono fatti sentire. E puntuale è arrivata la criminale e sanguinosa risposta israeliana.
Sinistra Critica aderisce al presidio indetto dalla Rete di solidarietà con la Palestina e invita tutte/i a manifestare la solidarietà alle popolazioni arabe in lotta, alle/ai palestinesi e alla loro resistenza e contro la guerra.

Martedì 17 maggio ore 17.30
Presidio in Piazza Duomo
Con la resistenza palestinese fino alla vittoria!!

Il diritto al ritorno e l’autodeterminazione del popolo palestinese non possono continuare ad essere negati da Israele e dalle istituzioni internazionali. Migliaia di profughi...

mercoledì 11 maggio 2011

Sono arrivate le magliette "LA RIVOLUZIONE E' POSSIBILE"


Disponibili in sede o in occasione delle iniziative pubbliche.

Se sei interessato contattaci: info@SinistraCriticaMilano.it

mercoledì 4 maggio 2011

IL DOVERE DELL’ACCOGLIENZA

Ai Sigg.ri:

-Prefetto di Milano
-Questore di Milano
-Presidente della Regione Lombardia
-Presidente della Provincia di Milano
-Sindaco di Milano

Nelle scorse settimane, dopo l’arrivo di diverse migliaia di profughi e migranti sulle coste italiane, anche Milano e le altre province lombarde sono state interessate dall’afflusso di questi profughi e migranti. In gran parte si tratta di tunisini e altri cittadini nordafricani ai quali è stato riconosciuto il permesso umanitario di sei mesi sulla base del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 aprile 2011 in merito alle misure di protezione temporanea per i cittadini stranieri affluiti dai Paesi del nordafrica. Non mancano però anche cittadini di altre nazioni africane e mediorientali, spesso richiedenti asilo, in arrivo a centinaia proprio in queste ore da alcuni centri del Sud.
Abbiamo incontrato decine di queste persone – la maggior parte dei quali dopo aver viaggiato dal sud e trovandosi per strada senza accoglienza e informazioni su cosa possano fare e quali opportunità e diritti possono reclamare.
Le loro storie raccontano l’esperienza di essere stati spostati a caso e senza spiegazione, con in mano un permesso di soggiorno e un titolo di viaggio, dal sud al nord come pacchi postali, alcuni infine scaricati in stazione Centrale. Quando li incontri ti fissano negli occhi e ti fanno semplici, dirette e drammatiche domande: “E’ da 6 giorni che non mi lavo, dove posso andare? Dove posso dormire?”.
Sono le ennesime vittime di un sistema di accoglienza decisamente discutibile (e comunque poco trasparente) di Milano e della sua provincia.
Noi non riusciamo ne politicamente ne umanamente a fare finta di nulla, a distogliere lo sguardo e passare oltre. Non vogliamo essere anche noi complici del disinteresse che ancora una volta Milano mostra.

Vi chiediamo quindi la disponibilità ad un incontro per farci capire quale sia l’accoglienza prevista, quali azioni le istituzioni milanesi stanno mettendo in campo, cosa posso legittimamente sperare questi uomini.
NOI SAREMO GIOVEDÌ ALLE 18.00 IN PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO PER SOSTENERE LA NOSTRA VOLONTÀ DI ACCOGLIENZA E DIGNITÀ PER TUTTI I PROFUGHI E I MIGRANTI

BSA Milano
ARCI Milano
Sinistra Critica
Rete Immigrati Autorganizzati
Todo Cambia
Corsari Milano
Rete Studenti Milano
ZAM
Convergenza delle Culture Milano
Acea
Dimensioni Diverse