domenica 30 dicembre 2012

Risoluzione del Coordinamento nazionale di Sinistra Critica sulle liste del movimento arancione

image
1. L’assemblea del 22 dicembre al teatro Quirino di “Cambiare si può” ha chiuso una serie di assemblee locali, svoltesi nel fine settimana precedente, in cui sono state espresse le speranze per un progetto nuovo, programmaticamente ancorato a sinistra e fondato su modalità nuove di costruzione delle liste e nettamente distinto dal centrosinistra.
Queste richieste e proposte si sono scontrate con l’operazione di De Magistris e Ingroia (sostenuta in particolare da IDV e PdCI, con l’assenso di Rifondazione e Verdi), finalizzata ad sussumere nel loro progetto quanti si sono mobilitati intorno a «Cambiare si può».
Come in altre occasioni le assemblee di base sono il luogo di una sensibilità a sinistra, ma poi le decisioni di fondo di segno moderato vengono prese in ambiti più ristretti dai gruppi dirigenti.
Così l’assemblea, al di là della richiesta di alcune correzioni programmatiche, non ha avuto la forza di chiarire i nodi fondamentali di una possibile presenza alle elezioni davvero alternativa al centrosinistra, prima e soprattutto dopo le elezioni.
Questa situazione è stata determinata prevalentemente dall’invasione di campo, sul piano del metodo e dei contenuti politici, della candidatura di Ingroia e dal ruolo dei partiti. Questi due fattori accentuano le ambiguità attuali; il ruolo leaderistico di Ingroia e del suo “decalogo” spingono a una sintesi prodotta dalle forze favorevoli ad accordi col centrosinistra (forse meno in campagna elettorale, necessariamente, ma certamente dopo sul piano istituzionale nel caso in cui la lista avesse eletti in parlamento) e peseranno anche nelle scelte delle candidature.
Per tutte queste ragioni le nostre compagne e i nostri compagni non hanno partecipato al voto sui quesiti proposti per il referendum on line.

2. Sinistra Critica si è impegnata nelle assemblee locali e anche nelle due assemblee nazionali nel dibattito sul progetto elettorale alternativo di Cambiare si può, riscontrando significative convergenze ed interlocuzioni politiche sulle sue proposte programmatiche e di metodo. Nelle assemblee dei prossimi giorni le nostre compagne e i nostri compagni interverranno per spiegare che, mentre nel processo partecipativo che l’appello Cambiare si può aveva innescato stavano profilandosi le condizioni per un nostro impegno nelle liste, il nuovo progetto di Ingroia e dei partiti che lo sostengono ha preso il sopravvento, determinando altri equilibri e profili politici da noi non condivisibili: per questo Sinistra Critica non sarà impegnata in questo progetto elettorale.
Porteremo anche nella discussione, come per altro già fatto nelle assemblee, la necessità della convergenza nella costruzione sul piano sociale di una “Agenda alternativa” al liberismo del centrosinistra, distinta dal “decalogo” di Ingroia, e distinta dai progetti elettorali in gestazione, capace cioè di operare prima e dopo le elezioni.
Va infine specificato che un’eventuale nostra indicazione di voto a favore della lista in gestazione sarà verificata sulla base delle liste e del profilo politico definitivo della coalizione arancione.
Il Coordinamento Nazionale di Sinistra Critica invita naturalmente le/i compagne/i dei circoli territoriali a non avanzare a nome di Sinistra Critica alcuna proposta di candidatura di compagne/i dell’organizzazione (e/o a nome della stessa) nelle liste di questo percorso elettorale.

3. Sinistra Critica non presenterà proprie liste alle elezioni, ritenendo che su questo terreno non esistano oggi le condizioni, né politiche né organizzative, per una presentazione autonoma né per una presenza anticapitalista più ampia efficace e nuova. Questa presenza va costruita più che mai sul piano delle lotte e dei movimenti sociali, affinché questi possano dare vita a una forte risposta sociale e politica alla violenza dell’attacco della classe dominante.

mercoledì 19 dicembre 2012

Si può (ancora) cambiare….


Un’occasione da non perdere per costruire un’alternativa al centrosinistra

Comunicato dell’Esecutivo nazionale di Sinistra Critica

Migliaia di donne e uomini in tutt’Italia hanno nei giorni scorsi partecipato alle assemblee locali del progetto “Cambiare si può”, dando vita ad un’esperienza importante di discussione, di relazione e di proposta politica.

Queste assemblee hanno rappresentato un dato molto positivo per la partecipazione, per la discussione approfondita, per lo spirito unitario che le ha animate e per l’interesse e il consenso che hanno ricevuto (e sono stati recepiti) contenuti di radicale alternativa alle politiche liberiste, al cappio del debito, alla distruzione del bene pubblico. Contenuti di radicalità che si sono sempre accompagnati all’affermazione di una collocazione a sinistra e alternativa al centrosinistra. Un percorso che parte dal basso e vuole fare a meno di leader, di schemi predefiniti, di una politica ormai vecchia e assolutamente distante dai bisogni, dalle speranze e dalle passioni di lavoratrici e lavoratori (precari e non), disoccupate/i, pensionate/i, giovani.

Questo percorso rappresenta una grande occasione che rischia di non essere sfruttata, anzi, di essere sacrificata sull’altare delle alleanze politiche verticistiche.

mercoledì 5 dicembre 2012

Perché non ci interessano le primarie in Lombardia

Il meccanismo delle primarie non c’è mai piaciuto.

Rappresentano l’estremo grado di spettacolarizzazione della politica, tutto giocato sulla personalizzazione dello scontro tra candidati, più fittizio che reale, a beneficio del cittadino trasformato in “spettatore-votante”, come nei peggiori reality-show.

Una pantomima televisiva per oscurare la sostanziale omogeneità di contenuti, dal momento che le “ricette” proposte da tutti gli attori in gioco sono le stesse che ci hanno somministrato il centrosinistra di Prodi e il centrodestra di Berlusconi e che trovano nel governo di massacro sociale di Monti la loro massima espressione.

I risultati sono noti: secondo la stessa Banca d’Italia, per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5 per cento.

Dispiace vedere che in Lombardia, in vista delle elezioni regionali, alcune forze politiche che pure si oppongono nazionalmente ad accordi col Pd, si prestino a una copertura a sinistra al medesimo “gioco degli specchi”, appoggiando una candidatura pur dignitosa come quella di Andrea Di Stefano.

La candidatura ufficiale del perbenista, cattolico e moderato Umberto Ambrosoli non è che una conferma di quanto sia illusorio pensare di poter “riformare” e condizionare il “centrosinistra” o credere in un “ravvedimento” del Partito democratico.

Ambrosoli, e in particolare la sua lista, rappresenta in Lombardia quel potere finanziario, quell'1% contro cui giustamente ci si scaglia in tutto il mondo, perché tra le cause principali della crisi capitalistica e agente fondamentale per farla pagare al 99%.

Parliamo dei Mazzotta, dei Bassetti e persino degli amici della Compagnia delle opere! Ci rendiamo conto? E' come portare gli operai Fiat che a Mirafiori hanno votato No a Marchionne a votare il candidato sindaco espressione di Marchionne, Piero Fassino, proprio con analoga procedura.

Né l’alternativa può essere rappresentata dalla protesta grillina, che pur facendosi portavoce di una condivisibile critica “antisistema”, è estremamente vaga e ambigua sul piano dei contenuti propositivi.

Anche in Lombardia esiste un’ampia area di persone che non si riconoscono nei due “poli” che hanno governato negli ultimi vent’anni e che non sono più disposte a subire la logica del “meno peggio”.
Così come a livello nazionale è necessario costruire un’alternativa alle politiche dell’attuale governo, in Lombardia occorre costruire un’alternativa vera al “formigonismo”.

E’ un’alternativa che per noi vive nei comitati contro la realizzazione delle grandi opere autostradali, Tem, Pedemontana e Brebremi, per un diversa idea di mobilità fondata sul trasporto pubblico e sulla ciclabilità, e nei comitati contro le speculazioni dell’Expo 2015.

Che vive nella battaglia delle lavoratrici dell’Ospedale San Raffaele e in generale nelle lotte di coloro che vogliono difendere la sanità pubblica e accessibile a tutti, contro il modello affaristico e clientelare delle reti di potere formigoniane.

Che vive nelle lotte degli studenti e delle studentesse, nelle resistenze in difesa dei servizi pubblici locali, di cui il referendum sull’acqua ha segnato un punto importante ma non definitivo.

Tutto ciò è incompatibile con la ricerca di un compromesso con il Partito Democratico, che in Lombardia sì è particolarmente distinto per la debolezza dell’opposizione al blocco di potere formigoniano e leghista.

Forse perché i soggetti e le forze che il Pd rappresenta, con quel blocco di potere spartiscono ottimi affari!

A livello nazionale, guardiamo con interesse all’appello lanciato dal cartello “Cambiare si può” al teatro Vittoria di Roma, pur sapendo che ci sono ancora importanti nodi politici da sciogliere affinché possa diventare uno strumento veramente utile.

Ci spiace constatare, lo ripetiamo, che alcune delle forze politiche nazionali che in tale appello si riconoscono, in Lombardia fanno scelte diverse, riproponendo la logica del compromesso al ribasso con il centrosinistra.

Per quanto ci riguarda, le primarie lombarde non ci interessano, perché nulla hanno a che fare con il progetto di alternativa di cui c’è veramente bisogno.

martedì 27 novembre 2012

Exposizione delle libertà in Russia!


Venerdì 30 novembre alle 17.30, in via Dante sotto la bandiera della federazione Russa per l'Expo2015, presidio in solidarietà con la sinistra e i democratici in Russia, per la libertà  dei prigionieri politici e per la fine della repressione
ОСТАНОВИТЬ ПОЛИТИЧЕСКИЕ РЕПРЕССИИ В РОССИИ!

Il presidente russo Vladimir Putin inaugurava il suo terzo mandato… inaugurando allo stesso tempo una nuova e pesante ondata repressiva, questa volta contro l’opposizione di sinistra e democratica, dopo i casi più conosciuti della detenzione del gruppo punk-femminista delle “Pussy Riot” e prima ancora dei suoi avversari politici personali.
Dopo le manifestazioni di protesta del 6 maggio scorso – quando la polizia ha pesantemente caricato le dimostrazioni pacifiche e autorizzate, diversi dirigenti socialisti sono stati arrestati in Russia: in particolare Sergei Udaltsov e Leonid Razvozzhayev, dal “Fronte di Sinistra”, e Konstantin Lebedev del “Movimento Socialista Russo”, con l’accusa di “complotto” e di organizzazione dei “disordini di massa” di quelle manifestazioni. Non sono state però le uniche persone ad essere arrestate, e nella loro detenzione torturate e/o picchiate: informazioni maggiori si possono trovare su
http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it/news/la-repressione-di-putin 
http://6may.org/en/
http://www.politzk-ru.org/taglist.html?tag=eng&key=tags

Questa ondata repressiva è solamente un episodio della gestione del governo da parte di oligarchi intorno a Putin e i suoi soci, della più generale mancanza di reali libertà politiche e civili (che colpiscono in particolare le persone Lgbt), dell’intolleranza verso qualsiasi opposizione politica e sociale.

Nella città dell’Expo2015, dove le “mille bandiere” dei paesi partecipanti accolgono i visitatori del centro della città, vogliamo raccontare cosa avviene sotto la bandiera della Federazione russa: per questo manifestiamo – proprio sotto la bandiera russa in via Dante, venerdì 30 novembre dalle 17.30 – per l’immediato rilascio dei prigionieri politici e di tutte le persone arrestate per la partecipazione alle manifestazioni di protesta dello scorso maggio; la fine di ogni processo basato sulle accuse di “sommossa”, palesemente infondate; un  giusto e indipendente processo per chi è accusato di “violenza contro pubblico ufficiale” per aver resistito ad arresti illegali.

Basta con la repressione politica nella Federazione Russa
Basta con l’impunità per le autorità e le forze “dell’ordine”
Libertà per gli arrestati per le manifestazioni in piazza Bolotnava
Libertà per tutti le prigioniere e i prigionieri politiche/i

ОСТАНОВИТЬ ПОЛИТИЧЕСКИЕ РЕПРЕССИИ В РОССИИ!

Stop political repression in Russia!

Sinistra Critica - movimento per la sinistra anticapitalista - Milano

lunedì 26 novembre 2012

I rivoluzionari devono resistere a Morsi, ma anche opporsi al vecchio regime di Moubarak

pubblicata da International Tahrir il giorno Venerdì 30 novembre 2012 alle ore 12.26 ·

I provvedimenti di Morsi sono un segno di debolezza. I poteri del vecchio regime sono ancora in pista e potrebbero approfittare della situazione. La sinistra non deve cadere nella trappola dell'alleanza con i nemici della rivoluzione.


Manifestazioni di novembre a P.zza Tahrir

Di Tamer Wagih *

Il 12 agosto, il presidente Mohamed Morsi ha emanato un decreto costituzionale attraverso il quale ha messo fine potere del Consiglio Supremo delle forze armate (SCAF)...

domenica 18 novembre 2012

La miglior difesa è il massacro!



Oggi pomeriggio (domenica 18 novembre) alle 16.00 presidio in piazza Duomo a Milano, contro l'attacco israeliano a Gaza. 
Un nostro commento sulla vicenda....

Basta con l'ipocrisia israeliana e degli alleati europei. Basta con la guerra israeliana al popolo palestinese

«È tempo che Israele riconosca che Gaza è un nemico. Ed agisca di conseguenza: smetta di fornire elettricità e far passare cibo. Dichiari ufficialmente che siamo in uno stato di guerra e agisca di conseguenza». Parole dello scrittore «pacifista» Abraham Yeoshua, lo stesso che nel condannare la «seconda Intifada» palestinese commentava che l'errore dei palestinesi stessi era quello di volere «la pace e la giustizia», il che è ovviamente una colpa!
Su una cosa ha però ragione: Israele è in guerra contro Gaza, è in guerra contro la popolazione di Gaza. E non solo o non tanto perché da qualche giorno ha ripreso i bombardamenti mirati e indiscriminati contro la Striscia, ma perché dopo la farsa del «ritiro unilaterale» del 205, Israele ha mantenuto la Striscia sotto un vero e proprio assedio. E' l'altra forma dell'occupazione che continua.
Perché deve essere Israele a «fornire elettricità e passare cibo»? Perché Israele controlla tutti i confini con la Striscia e vuole continuare a ordinare all'Egitto come gestire il confine di Rafah. Perché Israele impedisce un'economia autonoma palestinese - impedendo ai pescatori di pescare, agli agricoltori di avere sicurezza nei campi, ai commercianti di poter vendere e acquistare dove preferiscono; ai palestinesi impedisce la possibilità di vivere nella loro terra!
Israele è in guerra con Gaza - e i peggiori cantori di questa guerra sono coloro che, come Yeoshua, cercano di far dimenticare che la responsabilità della guerra è di Israele e della sua politica....

giovedì 15 novembre 2012

COMUNICATO SINISTRA CRITICA SUL 14 NOVEMBRE

14 novembre, grande giornata di lotta europea contro le politiche di austerità
No alla repressione, libertà di manifestazione! Libertà per gli/le arrestati/e!


Come in gran parte degli altri paesi della UE, oggi anche in Italia centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, di studentesse e di studenti, sono scesi in piazza oggi nella giornata dello sciopero generale europeo.
La mobilitazione è andata molto oltre la chiamata allo sciopero della Cgil e del suo tentativo di rendere questa giornata la più inoffensiva possibile e priva di efficacia nell'interrompere effettivamente l'attività produttiva.
La mobilitazione ha rotto gli argini soprattutto grazie allo straordinario sviluppo nelle scuole di tutto il paese, tra le studentesse e gli studenti medi e tra gli insegnanti di un vasto movimento per la difesa della scuola pubblica, contro tutte le misure del governo che, in nome dell'austerità, puntano a una vera e propria distruzione della scuola pubblica, lasciando i giovani senza alcuna prospettiva del futuro.
L'irruzione sulla scena politica e sociale di un vero movimento di massa, di cui si avevano avuto le prime timide avvisaglie con la manifestazione del 27, e poi ancor più con la grande giornata romana degli insegnanti del 10 novembre.
Una ventata di aria fresca che ha, tra l'altro, scompaginato il misero castello di carte delle primarie del Pd e della contemporanea scimmiottatura del Pdl.

E' in questo quadro che si spiega la violenta reazione degli apparati polizieschi contro le/i manifestanti: porre da subito un argine contro lo sviluppo del movimento.
Sinistra Critica condanna in modo netto la aggressione poliziesca agli studenti a Roma e in numerose altre città, aggressione del tutto ingiustificata e motivata solo dalla volontà del potere di evitare che i cortei arrivassero in vista dei palazzi della politica. Cariche violentissime per spaventare, per "insegnare" ai giovani studenti di stare "al loro posto", nella gabbia stabilita dal sistema e di rinunciare a ribellarsi e lottare.
In tutta Europa le mobilitazioni circondano e assediano i luoghi del potere politico, parlamenti o palazzi governativi, ma anche i luoghi simboli del potere economico e finanziario. In Italia, dove il discredito della casta politica raggiunge i massimi livelli internazionali, secondo le compatibilità stabilite dalle “forze dell'ordine” occorre mantenere le proteste lontano, per evitare che l'opposizione contro l'austerità si combini con il rifiuto della “casta”, che altro non sono che i gestori politici delle scelte della borghesia.
Così centinaia di giovani sono stati fermati e identificati, numerosi sono stati denunciati, tantissimi sono stati picchiati a freddo. Sinistra Critica chiede l'immediato rilascio degli arrestati e l'archiviazione di tutte le denunce.
Il governo, evidentemente, sente che il clima nel paese sta cambiando e che sta esaurendosi quel torpore sociale che faceva dire a Monti nei suoi tour europei che tutto il popolo italiano condivideva la sua politica.

La mobilitazione odierna segna quindi un grande passo avanti nella costruzione di un movimento di massa plurale contro il governo delle banche e le sue politiche.
Bisogna continuare.
Le militanti e i militanti di Sinistra Critica si impegneranno fino in fondo per ampliare le dinamiche di lotta, per favorire l'autorganizzazione democratica delle/degli insegnanti, delle studentesse/degli studenti, delle lavoratrici e dei lavoratori e far convergere tutte le opposizioni sociali e politiche al governo Monti.
E' possibile costruire nuove occasioni di mobilitazione continentale, è possibile avanzare verso lo sciopero europeo contro i signori della finanza, le oligarchie borghesi europee e i governi e le istituzioni che ne difendono gli interessi.
Per questo non solo siamo dalla parte di chi è stato picchiato/a, fermato/a, arrestato/a, ma torneremo in piazza anche nei prossimi giorni, tutti e tutte insieme.

Esecutivo nazionale Sinistra Critica





lunedì 15 ottobre 2012

E DOPO FORMIGONI?

La crisi del sistema di potere che ha cementato il presidente della Lombardia è una buona notizia. Di quel potere il Pd è stato complice, come dimostra Penati. Ora si parla di Tabacci. L'alternativa, ovviamente, è un'altra
Piero Maestri (da "ilmegafonoquotidiano.it")




La parola fine messa alla carriera politica del “governatore” della regione Lombardia Roberto Formigoni è una buona notizia.
Formigoni è presidente della regione Lombardia ormai da quasi 20 anni e certamente le condizioni politiche e sociali per le cittadine e i cittadini lombardi in questi stessi anni sono certamente peggiorate.
I motivi specifici per cui oggi il “governatore” è costretto ad abbandonare il suo posto – con tempi ancora incerti e che cercherà di condizionare con la sua solita arroganza decisionista – parlano d corruzione, di legami tra politica e malaffare, di sistema politico malato e reso quasi “ingovernabile” da chi avrebbe dovuto garantire proprio governabilità “a vita”.
Quello di cui poco si parla è però il “sistema Formigoni” e cioè la stretta relazione tra politica, economia (imprese) e finanza che il governatore ha costruito intorno a sé e alla Compagnia delle opere (e dintorni). Un sistema nel quale la progressiva privatizzazione di servizi formativi, sanitari e sociali è stata una grande occasione di business per le imprese amiche (specialmente del circuito della CdO) e la costituzione di un sistema di potere lombardo per cui i grandi appalti (dalle autostrade all’Expo), i fondi europei per lo “sviluppo”, i vari voucher per la gestione e finanziamento dei servizi rappresentavano (e ancora rappresentano) il cemento di un blocco di potere tra imprese, banche e ceto politico di centrodestra.
Un sistema che – come a livello nazionale e locale – è costruito sul debito pubblico che aiuta i profitti del sistema bancario e viene fatto pagare a lavoratrici e lavoratori (e disoccupate/i e pensionate/i) con le politiche di taglio ai servizi e di austerità.
Evidente l’accordo con la Lega Nord per la sua partecipazione a questo sistema di potere (tanto che l’unico che ha provato a metterlo in discussione – l’ex assessore leghista Alessandro Cè – prima è stato rimosso dal suo posto, poi dalla stessa lega Nord…).
Ma altrettanto evidente la connivenza del centrosinistra e delle sue espressioni economico-finanziarie, che hanno partecipato a questo sistema e che ne hanno condiviso le basi materiali e ideologiche: privatizzare, sostenere le imprese, un’economia regionale che sfruttasse i “grandi eventi” e gli appalti di cementificazione del territorio. L’esempio “fisico” di questa connivenza è la figura di Filippo Penati – che con Formigoni ha sempre lavorato con estrema tranquillità e condivisione nei suoi anni da presidente della Provincia.
Oggi il Pd guida la “rivolta morale” – mentre è stato incapace di condurre un’opposizione degna di questo nome sia sul piano istituzionale che su quello sociale e politico. Ma con quale credibilità?
Si parla di una candidatura di Bruno Tabacci per il centrosinistra, e sarebbe una scelta comprensibile: dopo aver guidato la transizione nel Comune di Milano (presentando un bilancio che si basa sul riconoscimento della legittimità del debito e quindi sui tagli della spesa), potrebbe “legittimamente” guidare anche questa transizione, ricostruendo un blocco di potere che faccia a meno di Formigoni, distribuisca meglio le risorse del potere stesso tra i vari gruppi di interesse politico-economici e lavi le mani alla politica ormai squalificata.
Di fronte a questo scenario non siamo sicuramente tra quelli che si mettono in moto per un appello a “primarie del centrosinistra” per ché da lì non potrà passare alcuna alternativa.
L’alternativa può nascere e rafforzarsi solamente sulle ragioni e la forza di soggetti e movimenti sociali e territoriali – lavoratrici e lavoratori che difendono il loro posto di lavoro, studenti che vogliono un’altra idea e pratica della formazione gratuita e universale, cittadine/i in lotta contro la distruzione del territorio e dell’ambiente – e da loro provare a ricostruire le ragioni e la forza di un progetto di sinistra. Sarebbe interessante provarci.

mercoledì 10 ottobre 2012

IL 13 OTTOBRE A VENEGONO – CONTRO LA GUERRA E LA VENDITA DI ARMI A ISRAELE


I circoli provinciali di Sinistra Critica di Varese e Milano aderiscono, insieme a tutta l'organizzazione nazionale, alla manifestazione "Nessun M-346 per Israele", del prossimo 13 ottobre a Venegono, pensata e fortemente voluta dal nostro compagno Stefano Ferrario (recentemente scomparso), con cui abbiamo sempre condiviso la posizione pacifista e antimilitarista, contro tutte le guerre che mai sono umanitarie, certi di un'ampia adesione e partecipazione, proporzionata all'enorme grandezza della visione "umana" di Stefano.

Riportiamo in proposito un brano di una sua lettera inviata agli/alle studenti dell'ITIS "Fauser" di Novara, nel 2009... "Eh sì, perché è facile parlare di pace… ma di quale pace parliamo? Bisogna dare concretezza alla pace, con una prassi di vita che riguardi le nostre scelte quotidiane individuali, ma anche collettive… poiché ognuno di noi è ‘plurale’: la sua formazione, la sua crescita non dipende dalla sola famiglia, ma anche da insegnanti, compagni di classe, amici, televisione e dalle tante e tante esperienze che possiamo fare...".

Dare concretezza alla pace significa prima di tutto porre fine alle politiche di guerra: alle missioni militari, alla produzione bellica, alla vendita di armi, agli eserciti. Significa battersi per la giustizia, la democrazia, i diritti di tutte e tutti. Questa manifestazione è un contributo in questa direzione, perché è coerentemente contro la vendita di armi ad uno stato che viola quotidianamente i diritti e la vita di donne e uomini palestinesi; è decisamente per la riconversione dell'industria bellica, perché la nostra idea di "sviluppo" è ecologista e basato sul disarmo; è chiaramente per la pace nella giustizia, non come imposizione del più forte.

Per questo saremo presenti il 13 ottobre, a fianco di Stefano ancora con noi.

Mauro Franzoni e Piero Maestri, Sinistra Critica Milano e Varese

lunedì 17 settembre 2012

20 SETTEMBRE: PERCHE' NOI NON CI SAREMO

Con il popolo siriano, contro ogni intervento militare e per la caduta del regime: questo il nostro impegno
Il prossimo 20 settembre a Milano e a Roma ci saranno due iniziative “contro la guerra alla Siria”, organizzate da un arco di forze differenti.
Sinistra Critica – che è sempre stata in prima fila nelle iniziative contro la guerra, contro la Nato e gli interventi militari italiani – a queste iniziative non parteciperà perché le considera sbagliate, ambigue e non certo nel solco delle iniziative e dello spirito del movimento contro la guerra degli scorsi anni.
Sbagliate perché non è possibile manifestare contro un possibile intervento della Nato e dei suoi alleati in Siria partendo da una teoria del “complotto” secondo la quale la rivolta siriana è solamente un fenomeno eterodiretto e la guerra civile conseguenza di una volontà tutta esterna.

L’attuale situazione in Siria, gli scontri, i morti, i feriti, i profughi, sono la diretta conseguenza delle scelte del regime autoritario siriano, che ha represso sanguinosamente le manifestazioni di protesta della popolazione, spingendo verso una progressiva militarizzazione dello scontro.
La condivisibile protesta – anche preventiva – verso qualsiasi interferenza militare esterna (che per noi significa essere decisamente contro ogni possibile intervento Usa/Nato, ma anche contro il sostegno militare di Russia e Iran al regime),  se non vuole essere, esplicitamente o implicitamente, un sostegno al regime deve necessariamente accompagnarsi alla solidarietà verso la popolazione siriana e l’auspicio di una rapida caduta del regime di Assad e del Ba’ath.
E L’Iraq e Afghanistan non hanno nulla a che fare con la situazione siriana: in quei casi non vi era una rivolta dispiegata in corso contro i regimi autoritari e quindi una “parte con cui stare”.

Ambigue, perché in quella giornata manifesteranno forze piuttosto eterogenee con qualche convergenza abbastanza “bizzarra”.
A Roma sul palco della manifestazione “La Siria non si tocca” parleranno personaggi abbastanza singolari: da Mons Capucci a Fernando Rossi (noto senatore “antimperialista”, profondo estimatore di Hamas durante i giorni della Flottilla – e ora chi glielo spiega cha Hamas è contro Assad???); da Ilaria De Candia (giovane piuttosto sconosciuta, il cui profilo FB si apre con una frase di Leon Degrelle, nazista belga membro delle Waffen-SS) a Ugo Gaudenti (direttore di “Rinascita”, settimanale fascista, mascherato ovviamente); da Suad Sbai (marocchina deputata PdL, fortemente islamofoba antislamica) a Mimmo Srour (siriano, già assessore regionale abruzzese per l’Udeur).
A Milano le adesioni sono ben diverse, ma alcuni dei principali promotori sono riusciti nell’impresa di partecipare ad un presidio sotto la foto di Bashar El Assad – presidio organizzato da un gruppetto di destra (come sempre “mascherato”).
Queste fantasiose alleanze sembrano concordare su un “antimperialismo” distorto e che basa le sue analisi su considerazioni “geopolitiche” secondo le quali “il nemico del mio nemico è mio amico”,  senza considerare che una battaglia antimperialista deve avere come punto centrale le lotte e le aspirazioni dei popoli per la giustizia e la libertà.

Spiace anche che in questa compagnia (milanese) si trovi la rete BDS – impegnata contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi: spiace vedere che non riescano a mostrare empatia e condivisione delle sofferenze e delle aspirazioni della popolazione siriana alla libertà e alla giustizia, ne più ne meno di quello palestinese. E spiace vedere tali banalizzazioni sull’uso della violenza – che anche quando non è condivisibile ne  giustificabile – andrebbe perlomeno compresa e contestualizzata: mettere “vittime e carnefici” sullo stesso piano è proprio quanto avviene per i palestinesi. Senza contare che da mesi la popolazione palestinese del campo profughi di Yarmouk è vittima dei bombardamenti dell'aviazione ed i rastrellamenti dell'esercito, con centinaia di vite stroncate dal tallone di ferro del regime baathista.

Queste iniziative non hanno nulla a che vedere con il movimento contro la guerra – con tutte le sue differenze e anche i suoi limiti – che si è espresso in questo paese. Mai in quel movimento si sono viste la foto di Saddam o del Mullah Omar; mai l’opposizione alla guerra imperialista partiva da “semplici” considerazioni internazionali; mai si era mostrata una così totale partecipazione alla strategia delle menzogne (che viene dal regime come dagli avvoltoi regionali e globali).

Non saremo in quelle piazze il 20 settembre, ma siamo e saremo impegnate/i nel sostegno alla popolazione siriana. Un sostegno politico, perché sosteniamo le organizzazioni democratiche dell’opposizione e le ragioni della rivolta popolare; materiale, con progetti di aiuto diretto alla popolazione dell’interno e ai profughi; culturale e informativo, attraverso la circolazione di analisi, informazioni, discussioni. E contro qualsiasi intervento militare.

Esecutivo Nazionale - Sinistra Critica

lunedì 10 settembre 2012

COSTRUIAMO UN MOVIMENTO CONTRO LA CRISI E CONTRO MONTI!


Le nuvole della "crisi del debito" sono cariche di tempesta. La fine dell'estate ci porta i tentativi governativi di "salvare l'euro" continuando a massacrare i lavoratori. L'Alcoa,i minatori del Sulcis,la Fiat,l'Ilva di Taranto e le tante vertenze aperte in difesa del posto di lavoro,ci parlano della fatica,delle sofferenze e delle resistenze di tanti luoghi di lavoro e di tanti territori.
Insieme ad essi il dramma dei precari e degli insegnanti,l'offensiva contro i lavoratori pubblici, l'aumento delle tasse universitarie e l'attacco alla scuola pubblica che produce anch'essa rabbia e resistenza.
Quello che occorre è la costruzione di un grande movimento unitario contro la crisi,l'austerità e le politiche del Governo Monti. Un grande movimento nel quale possano confluire le organizzazioni sindacali conflittuali, le tante RSU E I LAVORATORI IN LOTTA, I PRECARI E GLI STUDENTI, LE DONNE E LE POPOLAZIONI DEI TERRITORI DEVASTATI DALLA LOGICA MICIDIALE DELLE GRANDI OPERE e della cementificazione selvaggia, dalle diverse Val di Susa ai Comitati per l'acqua pubblica.
Il movimento contro l'austerità e il debito di cui si sente una disperata necessità può provare anche ad utilizzare strumenti che mettano in discussione le micidiali politiche varate nei mesi scorsi
dal governo Monti.
Tra questi strumenti vi possono rientrare sicuramente i due "referendum sociali" per la cancellazione delle modifiche all'articolo
18 dello statuto dei lavoratori e la cancellazione dell'articolo 8 dell'ultima finanziari berlusconiana, che rendeva possibile le deroghe al contratto nazionale.
Sinistra Critica sceglie quindi di partecipare ai comitati promotori di questi referendum che si stanno definendo in questi giorni e si impegnerà nella raccolta di firme,cercando di farne una leva per il conflitto sociale e l'allargamento della mobilitazione nelle piazze,nei territori,nei luoghi di lavoro.
In questo scenario ,e di fronte ai compiti che incombono sui soggetti del sindacalismo conflittuale e della sinistra di opposizione,non possiamo che esprimere grande preoccupazione per quanto maturato nell'ultimo comitato centrale della Fiom.
Non ci convince la scelta di offrire un "patto" a Fmi,Uilm e Federmeccanica per il 2013 che sterilizzerebbe la battaglia per il
contratto nazionale di lavoro -con l'illusione magari di evitare la politica degli "accordi separati"-in cambio della "defiscalizzazione del salario".Tantomeno ci convince l'offerta fatta sul terreno dell'apprendistato-ampliandone l'utilizzo da parte degli industriali- sul cuneo fiscale alle aziende che fanno investimenti produttivi o sull'uso delle risorse del fondo Cometa per sostenere "l'industria di qualità"(?).
Ci sembra che tutto ciò non vada certo nella direzione dell'unificazione delle lotte in corso intorno ad obiettivi chiari,mobilitanti e soprattutto corrispondenti all'esigenza dei lavoratori di difendere il proprio salario e il proprio lavoro.
Ancor meno ci piace il tentativo di azzeramento della segreteria,aprendo quindi di fatto una crisi nel gruppo dirigente,con l'obiettivo evidente
di rimuovere la presenza delle componenti di sinistra al proprio interno che nell'ultima fase ,in diverse occasioni,hanno messo in discussione l'operato del gruppo dirigente centrale della Fiom.
Ci sembra che un sindacato conflittuale non può che nutrirsi del pluralismo e della dialettica anche aspra tra diverse posizioni al proprio interno. L'appiattimento burocratico non può che seminare disorientamento e frustrazione proprio tra coloro che sono in prima linea a reggere l'urto dell'offensiva padronale.
Esecutivo Nazionale Sinistra Critica

sabato 18 agosto 2012

L'alternativa riparta dalle piazze



Abbiamo letto con interesse gli interventi di Marco Revelli e Paolo Ferrero pubblicati nei giorni scorsi da «il manifesto». Interesse per le analisi che fanno del governo Monti e per la proposta di ricerca della costruzione di un'alternativa politica a sinistra.
Condividiamo il giudizio sul governo Monti - e le sue politiche - come «costituente». a nostro avviso questo governo rappresenta un punto di non ritorno e un'ipoteca pesantissima per il futuro principalmente per due motivi: da una parte per il contenuto delle politiche liberiste del governo Monti-Napolitano, che hanno segnato l'ennesimo episodio di quella «lotta di classe dall'alto» di cui parla Luciano Gallino,  colpendo con forza i diritti e i poteri di lavoratrici e lavoratori (siano essi pubblici o privati, precari o in via di precarizzazione), pensionate/i, disoccupate/i e giovani generazioni; dall'altra parte per il fatto che queste politiche sono state approvate con la complicità esplicita e plaudente del PD e quella implicita delle confederazioni sindacali - Cgil compresa (a parte il tentativo Fiom di resistere a questa deriva).

La preoccupazione maggiore che abbiamo oggi di fronte non è quindi solamente la possibilità di un ennesimo governo neoliberista - a guida del centrodestra o del centrosinistra - quanto l'incapacità di ricostruire un'opposizione politica e sociale a queste politiche.
I mesi scorsi sono stati caratterizzati si dalle politiche di Monti-Bersani-Alfano, ma anche dalla difficoltà di esprimere con forza ed efficacia - sul piano delle lotte sociali e su quello politico - un'opposizione tenace e organizzata alle politiche stesse.
Ci siamo fermati alla «sconfitta» del 15 ottobre 2011.
Non che siano mancati episodi importanti di lotta e resistenza sociale, dal NoTav in Val di Susa (e in tutto il paese) alle centinaia di vertenze di lavoratrici e lavoratori in difesa del posto di lavoro, dalle esperienze di comitati contro il debito e per l'audit cittadino a tanti altri esempi. La caratteristiche di queste esperienze è però quasi sempre la loro frammentarietà, la loro «solitudine», l'incapacità di una sinistra politica tutta da costruire di ripartire da esse per riallacciare i fili di un programma di alternativa che parte proprio dalle lotte e dalla mobilitazione sociale.

Una proposta di incontro e di coalizione politica, certamente condivisibile, deve allora partire da lì, dal rilancio di una mobilitazione sociale unitaria contro le politiche della Bce e del governo Monti e contro il pagamento del debito, per la difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori, per il reddito, i diritti civili, la riconversione ecologica della produzione e della società. Una mobilitazione che riparta dalle strade delle città, dai legami con le «indignazioni» europee e con le rivoluzioni arabe e rilanci un appuntamento condiviso e unitario in autunno. In questo senso non ci sembra ipotizzabile un'alleanza con forze populiste per quanto alternative allo schieramento messo in campo dal Pd.
E' su questa mobilitazione che possiamo costruire le basi e i nodi di una rete della sinistra alternativa che vada oltre le esperienze del passato e non ne ricalchi gli errori - magari in forma ancora meno credibile e riconoscibile. Una sinistra che a quel punto si può anche porre obiettivi di presenza elettorale - fuori e contro qualsiasi coalizione con il Pd - che non siano residuali o subalterni. Anche in questo caso, però, perché sia feconda ed efficace occorre la capacità di una proposta nuova, interessante e utile. Non finalizzata a riprodurre apparati, non meramente autorappresentativa, plurale: abbiamo bisogno di costruire un luogo, senza primogeniture, formato da diverse esperienze, non ideologico, né riconducibile a simboli già esistenti ma, al contrario, appetibile soprattutto per giovani generazioni e per i movimenti e per lavoratrici e lavoratori dal futuro sempre più incerto.  
Noi faremo la nostra parte.

Piero Maestri – portavoce Sinistra Critica


sabato 28 luglio 2012


LAVORO E SALUTE SONO INSCINDIBILI ANCHE ALL’ILVA DI TARANTO

Di fronte alla gravissima situazione verificatasi all’ILVA di Taranto Medicina Democratica ritiene di dover prendere una posizione chiara e netta di appoggio alla decisione del GIP Patrizia Todisco di procedere al sequestro preventivo degli impianti in alcuni reparti della produzione “a caldo” altamente inquinanti per l’ambiente esterno.
E’ il risultato questo di anni della volontà di profitto da parte delle direzioni aziendali che supera qualsiasi interesse per la salute e la vita dei lavoratori e dei cittadini. I dati sono impressionanti: i morti e i malati si contano a migliaia.  
Senza un’imposizione pubblica sia delle amministrazioni statali e regionali, siamo certi che l’azienda non si muove, soprattutto nel momento in cui il ricatto occupazione è fortissimo.
Medicina Democratica  ritiene CHE  SALUTE DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI INQUINATI VENGA AL PRIMO POSTO, rispetto alle esigenze produttive e di profitto. Nessun lavoratore deve essere costretto a lavorare sotto ricatto occupazionale in luoghi di lavoro altamente inquinanti. Nello stesso tempo nessun cittadino deve ammalarsi per l’inquinamento prodotto dalla fabbrica.

Le bonifiche dei reparti inquinanti dell’ILVA si devono fare e con i soldi aziendali; chi ha fatto enormi profitti deve ora rimediare, anche in relazione a quanto stabiliscono le direttive comunitarie (chi inquina paga): i soldi di stato e regione dovranno servire solo in via emergenziale, sui territori circostanti la fabbrica e con richiesta di rivalsa nei confronti di chi ha provocato il disastro ambientale doloso.
Medicina Democratica ritiene che debba essere salvaguardata l’occupazione e che  i lavoratori stessi debbano essere  impiegati, IN CONDIZIONI DI SICUREZZA, nelle operazioni di bonifica una volta avvenuto il dissequestro. Non è possibile fare solo piccoli aggiustamenti di facciata, come alcune parole del Ministro Clini lasciano presagire, magari alzando a livello normativo i valori limite delle sostanze.
Medicina Democratica ritiene che le indagini epidemiologiche e ambientali che sono state fatte e che particolarmente hanno prodotto l’intervento della Magistratura sono più che sufficienti per iniziare il grande lavoro di bonifica che deve vedere impiegati per primi i lavoratori dello stabilimento e non meno le associazioni di cittadini che hanno lottato contro l’inquinamento di Taranto.

MEDICINA DEMOCRATICA infine ritiene che la situazione tarantina è spia di una situazione di fondo che mette spesso i lavoratori contro i cittadini (e in qualche caso le due situazioni coincidono, perché è proprio il lavoratore ad abitare nelle zone più inquinate).
Ecco perché in prospettiva Medicina Democratica ritiene che si debba andare a una riconversione ecologica dell’economia attraverso un progressivo processo di fuoriuscita da tutti i CICLI LAVORATIVI GRAVEMENTE INQUINANTI. L’alternativa è data dall’investimento  in altri settori: agricoltura biologica valorizzando le risorse  locali (KM0), le piccole/grandi opere per  difendere il territorio (rischio alluvioni, sismico etc), difesa dell’industria manifatturiera di qualità, le energie alternative, a partire dal fotovoltaico.
Medicina Democratica ritiene  che tale programma deve essere portato avanti con tutte le forme possibili, anche di autogestione dal basso, pretendendo   anche l’impegno del Governo che si deve occupare dell’improcrastinabile programma proposto, invece di sostenere  gli interessi della speculazione finanziaria e di salvaguardare comunque rendite e patrimoni.

Il direttivo nazionale di MEDICINA DEMOCRATICA

Milano, 27 luglio 2012

martedì 17 luglio 2012

Ciao Alberto...



I funerali di Alberto Codevilla si terranno mercoledì 18 luglio, con appuntamento alle 10.30 in via Terruggia 2 (angolo via Ornato) da cui partirà un breve corteo verso il Teatro della Cooperativa di via Hermada, 8 dove dalle ore 10,45 di mercoledì 18 luglio verrà allestita la Camera Ardente per l'ultimo saluto ad Alberto.


Ciao Alberto, con te se ne va un vecchio saggio, anche se vecchio non eri.
Ti apparteneva un eleganza d’altri tempi, non negli abiti, ma nei gesti, nei valori, nel tuo esempio quotidiano pregno d’altruismo e di una smisurata onestà.
Hai insegnato a molti di noi cosa significa pensare al plurale, l’impegno per il bene comune, la serietà, la modestia.
Il tuo impegno di una vita per l’antifascismo, per la difesa dei diritti dei più deboli, dei lavoratori, della rivoluzione cubana, sono per noi un testamento che non possiamo che impegnarci ad onorare.
Ci lasci in eredità tutto ciò che anche ieri stavi facendo quando la malattia ti ha portato via. Le tue lotte, rimarranno le nostre, proveremo ad essere così bravi ed illuminati come eri tu.
E anche nella malattia, quanto insegnamento: mai un lamento, una recriminazione. Stavi male e consolavi chi veniva a trovarti o ti faceva una telefonata.
Eri fatto così, trasmettevi serenità, i problemi erano solo cose da risolvere, non pretesti per piangersi addosso. Eri sempre pronto a farti carico di quelli degli altri, ma non parlavi mai dei tuoi.
Amavi la vita, tua moglie Stella, la donna di tutta una vita, i tuoi figli Roberta e Spartaco, il buon bere e il mangiare in compagnia.
In compagnia eri discreto, così come in tutti i tuoi incarichi pubblici, politici e di movimento, entravi in punta di piedi, quasi a non voler disturbare, ma lasciavi il segno e quando te ne andavi un grosso vuoto, vuoto che oggi, con la tua morte, sembra incolmabile.
Ci consola il fatto che non subito, perché anche qui c’è molto da fare, ma dovunque ora tu sia, un giorno torneremo a lottare, amare, volerci bene insieme.
Caro Alberto cercheremo di non deluderti.
Grazie

Le compagne e i compagni di Sinistra Critica della provincia di Milano


I funerali si terrano domani, mercoledì, alle 10,30 con partenza da via Terruggia 2 e corteo fino alla camera ardente al Teatro della Cooperativa in via Hermade 8

lunedì 9 luglio 2012

CONTINUA IL MASSACRO SOCIALE, ORA TOCCA AL LAVORO PUBBLICO.



Come annunciato da una stampa sempre più asservita, il governo Monti ha varato il decreto legge che concretizza la cosiddetta spending review, cioè il dimagrimento forzato delle amministrazioni pubbliche in nome, naturalmente, del “risanamento del debito”.
27 miliardi di euro di tagli da qui al 2014 tra Ministeri, Enti locali, regioni e Sanità, riduzione di dirigenti (20%) e lavoratori (10%) attraverso lo strumento della mobilità obbligatoria. Tutto ciò arriva dopo l’approvazione del “Fiscal Compact” e la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio imposta dall’Unione Europea ai paesi membri.
L’obiettivo è chiaro e rivendicato ideologicamente dal Governo dei Professori: approfittare della crisi per regolare definitivamente i conti con il movimento dei lavoratori. Dopo aver “sistemato” i lavoratori delle aziende private con la demolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, dopo aver massacrato e precarizzato tutto il mondo del lavoro dipendente con la “controriforma” delle pensioni varata nel dicembre scorso, oggi è il turno del lavoro pubblico.
Colpire il lavoro pubblico significa massacrare quel poco di surrogato indecoroso di stato sociale esistente in Italia. Massacrare lo stato sociale significa colpire due volte tutto il lavoro dipendente. Quindi quanto sta accadendo non riguarda solo il “pubblico” contro cui negli anni scorsi è stata condotta una vergognosa campagna di denigrazione e criminalizzazione (lavativi, fannulloni, parassiti) addirittura messi sullo stesso piano della casta politico economica, pronta a scattare quando si tratta di conservare i propri privilegi, quelli sì veri e significativi…

martedì 12 giugno 2012

Blocchiamo il ddl Fornero!!!

Presidio contro il Ddl Fornero mercoledì 13 giugno, alle ore 18 davanti alla Prefettura di Milano (corso Monforte).

Nei prossimi giorni il Senato cercherà di approvare definitivamente il Ddl Fornero – la cosiddetta “riforma del lavoro” – e così il governo Monti-Napolitano porterà a casa l’ennesimo provvedimento contro le condizione di lavoratrici e lavoratori, tra l’altro cancellando di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
L’ operazione che non riuscì al governo Berlusconi può essere portata a termine grazie al voto favorevole del PD e la complicità della finta opposizione di Cgil-Cisl e Uil, che hanno concordato sul provvedimento.
La resistenza di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, con i loro scioperi spontanei e le loro proteste, non sono riuscite finora a bloccare il provvedimento e a queste proteste non è stata data una risposta di lotta da parte sindacale con la proclamazione di un vero sciopero generale nazionale.
In mancanza di questo, Sinistra Critica sostiene tutte le iniziative contro l’approvazione del Ddl, la le quali le 4 ore di sciopero locali decise dalla Fiom per il 13 giugno e lo sciopero generale indetto per il 22 giugno dai principali sindacati di base (Usb, Cub,,,).

Le iniziative contro il provvedimento intanto continuano.
Il 13 e 14 giugno saranno le giornate di “Blockupy Ddl Fornero!” – indette da un’ampia coalizione sociale              (http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it/news/blockupy-ddl-fornero), che giovedì 14 vedranno manifestazioni davanti al Senato.

A Milano invitiamo tutte/i a partecipare al presidio contro il Ddl Fornero mercoledì 13 giugno, alle ore 18 davanti alla Prefettura di Milano (corso Monforte).

Non vogliamo pagare la loro crisi, non vogliamo pagare il loro debito!

Sinistra Critica Milano

lunedì 4 giugno 2012

Ciao Stefano

Ciao Stefano, nostra coscienza critica antimilitarista…

Questa mattina è morto Stefano Ferrario, due giorni dopo il suo 43° compleanno, in seguito ad un assurdo incidente.
Stefano era iscritto a Sinistra Critica dalla sua fondazione, per un motivo per lui molto semplice: condivideva la coerenza pacifista e antimilitarista della nostra organizzazione. E per non farci transigere in questa coerenza, si dava da fare continuamente per ricordarci cosa fossero le politiche di guerra di ogni giorno: ci ricordava i crimini in tempo di “pace” di Finmeccanica, la vergogna della produzione bellica – che nella nostra regione, e in particolare nella sua provincia di Varese, sono particolarmente invasive, la necessità di un’obiezione di coscienza, politica e morale, al conformismo che dimentica queste guerre quotidiane.
Leggeva, approfondiva e scriveva. Mandava mail sempre gentilmente critiche, scriveva articoli che venivano regolarmente pubblicati dalle riviste che ancora si occupano di conflitti – da Guerre&Pace a PeaceReporter.
Una delle sue ultime mail ci segnalava che E – la rivista di Emergency – aveva pubblicato il primo di una (si sperava) serie di suoi articoli.
Questo suo pacifismo era molto attivo. È stato quello che più di tutti ha voluto l’organizzazione della marcia per la pace e disarmo in provincia di Varese e tra i promotori della Legge regionale di iniziativa popolare per la riconversione dell’industria bellica.
E anche nel mondo pacifista manteneva la sua verve critica – polemizzando con quelle reti ormai istituzionalizzate che hanno fatto del pacifismo uno strumento di scambio politico in un centrosinistra che non ha mai contrastato le guerre italiane.
Due anni fa ha partecipato ad una lista elettorale comunale alternativa a Samarate. Un’esperienza che aveva lo stesso segno alternativo e critico, in un comune in cui la presenza del bellico è davvero eccessiva….
Credente, viveva in maniera profonda e conflittuale la sua fede. Amava e frequentava i sacerdoti più scomodi e quelli che provano ogni giorno a stare nelle pieghe e nelle contraddizioni della società e fuori dalla paludata retorica della Chiesa.
Sabato mattina ha mandato un sms ad una nostra compagna per salutare il “Collettivo Tabu”, organizzatore del presidio di contestazione della visita del papa a Milano. Non poteva essere presente, ma aderiva con convinzione, proprio a partire dalla sua fede.
Ci mancherà, Stefano. Ci mancheranno le sue mail, i suoi articoli, i suoi interventi sempre brevi ma puntuali.
Lo ricorderemo per questa sua presenza e cercheremo di essere degne/i della sua partecipazione al nostro progetto e mantenere quella sua capacità critica che non dovrebbe mai essere abbandonata.

Ciao Stefano.

Le compagne/i di Sinistra Critica di Milano e Varese…


giovedì 31 maggio 2012

Maledetto CLericalismo!


Sinistra Critica aderisce e invita a partecipate tutte/i
 
Presidio anticlericale
Sabato 2 giugno – ore 14.30, piazza XXIV maggio, Milano

VOGLIAMO LAICITA’ 
Contestiamo il favoritismo che Stato e Istituzioni mostrano nei confronti del Vaticano. Chiediamo la tassazione delle proprietà ecclesiastiche e la chiusura dei finanziamenti pubblici alle scuole private religiose, l’abolizione dell’ora di religione cattolica nelle scuole e l’eliminazione dei simboli
religiosi nei luoghi pubblici.

SIAMO ANTICLERICALI
Liberiamoci dall’oppressione vaticana, dal suo controllo delle nostre vite e della cultura, dalla sua sessuofobia, dalla sua omofobia e dal suo sessismo dai toni medievali. Gli attacchi che ogni giorno il Vaticano sferra contro l’autodeterminazione delle donne sui loro corpi, contro i soggetti
lgbt, contro i metodi contraccettivi, contro la ricerca scientifica e la richiesta del Testamento biologico, mostrano la vera natura di quest’istituzione.

NO A CL NO A FORMIGONI
Denunciamo l’operato della Regione Lombardia nel finanziare questo evento e i suoi favoritismi verso CL e la Compagnia delle Opere all’interno della sanità, delle scuole, delle università e delle istituzioni.

VOGLIAMO DIRITTI
Contestiamo questo incontro che riafferma il loro modello di famiglia come unico esistente e meritevole di riconoscimento legale. Rivendichiamo un welfare individuale che garantisca assistenza e diritti a tutt*, senza esclusione per i/le migranti e uno stato sociale che adempisca a quei
lavori di cura, di assistenza e di educazione, che vengono compiuti gratuitamente dalle donne. (asili nido, tempo pieno a scuola, dopo scuola, ecc…) Chiediamo matrimonio e adozione anche per le coppie omosessuali ed eventualmente altri tipi di riconoscimenti di coppie per tutt*. Vogliamo leggi contro l’omofobia e la trans fobia e tutele reali sul posto di lavoro e di studio.

NO ALL’AUSTERITY
Contestiamo il governo Monti; le politiche liberali e di privatizzazioni e l’appoggio che riceve dal Vaticano. Oggi assistiamo ad un attacco ferocissimo ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, in nome di quei sacrifici che dobbiamo fare per risanare un debito che non abbiamo contratto noi. Il governo può contare sulla famiglia e sulle donne, come sistema di welfare di sicurezza, ai quali spetterà essere quell’ammortizzatore sociale

x info e adesioni:

lunedì 21 maggio 2012

FRANCOFORTE: L'ASSEDIO PREVENTIVO

Piero Maestri 
http://rivoltaildebito.globalist.it/news/francoforte-lassedio-preventivo

La sospensione della democrazia che negli ultimi mesi si è affermata in diversi paesi dell’Europa si è arricchita di un “nuovo” strumento: l’assedio preventivo.
Francoforte nei giorni scorsi era una città sottoposta a tale modello repressivo: prima i divieti verso qualsiasi manifestazione di protesta contro la BCE e le sue politiche (a parte il corteo autorizzato per il sabato 19 maggio); poi la repressione “gentile” ma ferma e scientifica delle manifestazioni contro gli stessi divieti; quindi la pressione nei confronti delle azioni del venerdì, i fermi, i “fogli di via, la presenza di migliaia di agenti per le strade di Francoforte.

Giovedì 17, mentre oltre 500 manifestanti venivano bloccati per tutto il pomeriggio all’interno di Paulsplatz (piazza dove si trova il municipio), più di un centinaio di attiviste/i di diversi paesi – soprattutto italiani e tedeschi – venivano fermati appena usciti dall’università per cercare di raggiungere gli altri manifestanti, con l’accusa di “partecipazione a manifestazione illegale”  e condotti alla caserma di polizia, trattenute per diverse ore e


giovedì 17 maggio 2012

Dalle notizie che arrivano da Francoforte la repressione contro il movimento si sta dispiegando alla grande.
Ma sono degli illusi, non ci possono fermare, perchè non ci fermeremo mai.



Segui la diretta su http://ateneinrivolta.org/internazionale/175-blockupy-francoforte-segui-la-diretta-twitter-e-audio-ita-en

mercoledì 16 maggio 2012

MACAO e la città


Tre considerazioni su un’esperienza che prosegue

Come prevedibile, e previsto, lo sgombero della torre Galfa a Milano, dove da oltre 10 giorni stava vivendo un’inedita esperienza culturale, artistica e sociale – chiamata Macao – non ha fermato quel progetto, che ha vissuto nelle assemblee e nei tavoli di lavoro proseguiti per tutto il giorno (e la sera e la notte con concerti e performance), nella strada ribattezzata “Piazza Macao”.


lunedì 14 maggio 2012

BLOCKUPY FRANCOFORTE


Un’opposizione anticapitalista in Europa
Piero Maestri


Mentre l’indignazione torna nelle piazze di diversi paesi europei (e non solamente europei), sta entrando nel vivo la preparazione alle giornate di mobilitazione contro la BCE di Francoforte – dal 17 al 19 maggio.
Le autorità cittadine e le forse dell’ordine tedesche stanno cercando in ogni modo di impedire questa mobilitazione, vietando le iniziative di protesta, rendendo difficile la permanenza nei parchi dove dovrebbe trovare porto il “quartier generale” della protesta (e l’ospitalità dei manifestanti) e emettendo ordinanze restrittive a militanti tedeschi per vietare loro il soggiorno e la presenza a Francoforte nei giorni delle iniziative – mentre non sono al momento previsti blocchi alle frontiere.
Malgrado queste prese di posizione – e mentre le reti organizzatrici continuano ad affermare il diritto a manifestare e insistono nella trattativa perché tale diritto sia riconosciuto - l’atmosfera politica verso quel appuntamento si scalda.
Le giornate di Francoforte sono in qualche modo il culmine delle giornate cominciate con il 1° maggio globale e proseguite con la ripresa de l@s indignad@s in Spagna e in altri paesi.
In un dibattito politico segnato dai risultati elettorali dei diversi paesi europei (Francia, Grecia, Germania, ma anche Italia) – che puniscono chi sta governando applicando le politiche di austerità e in generale i partiti tradizionali (ovunque cresce l’astensione e il voto a liste che posso essere in modi diversi considerate “di protesta”) – la ripresa delle mobilitazioni di piazza, il “Take the square!”, assume un significato ancora più interessante e importante: decine di migliaia di donne e uomini, soprattutto giovani, in Europa dichiarano di

sabato 28 aprile 2012

IL NOSTRO DEBITO È IL LORO PROFITTO… …ORA FACCIAMOGLI LA FESTA


Occupy… 1° Maggio

Dopo un 25 aprile contro la dittatura dei mercati, il 1° maggio milanese vedrà l’appuntameno della MayDay – sempre più politico e diretto contro lo sfruttamento e il comando autoritario del lavoro.

E poi tutte/i a “Blockupy Frankfurt, blocco della cittadella finanziaria di Francoforte il 18 maggio e corteo del 19


Domenica 29 aprile, ore 15
c/o Zona Risk, via Varchi 3 , Milano
FNM Bovisa, Tram 2, filobus 90/91, 92, Bus 82

“MayDay!”
Da Occupy Wall Street a Francoforte


Incontro pubblico con

- Felice Mometti, di ritorno da New York
- Fabrizio (Rete San Precario)
- Collegamenti con un esponente di Occupy Wall Street da New York e un* compagn* dell’Interventionische Linke da Frankfurt


Organizzano: Rivolta il debito e Atenei in Rivolta


lunedì 2 aprile 2012

Dopo il 31 marzo: ora allarghiamo il movimento contro il debito


Non era scontato che la questione del non pagamento del debito diventasse terreno di iniziativa di massa. Adesso serve allargare, senza forzature organizzative, il blocco sociale e la mobilitazione contro la crisi, il debito e le politiche di austerità.
Piero Maestri

Una bella giornata contro il potere delle banche e le politiche del governo Monti-Napolitano.
Il sole e il caldo insolito della Milano primaverile hanno visto sfilare un corteo bello, con una partecipazione superiore alle aspettative (15/20 mila persone) e ricco di presenze differenti e plurali.
La giornata già alla mattina ha visto diverse azioni davanti a istituti di credito, tra i quali l’iniziativa di Atenei in Rivolta e Rivolta il debito davanti alla filiale di “Che Banca!” (Mediobanca) di Largo Augusto. Lo striscione “Che futuro! Precario e impossibile grazie a banche e governo” irrideva al sito di “idee per l’innovazione” (chiamato appunto “Che futuro!”) organizzato da “Che banca!” – in quanto tale corresponsabile delle politiche di austerità e di speculazione sul debito dei paesi europei (ricordiamo che Mediobanca ha ottenuto un prestito di 3,5 miliardi di Euro al tasso del 1% dalla Bce…).
Il corteo del pomeriggio ha visto manifestare le forze oggi decisamente e coerentemente all’opposizione del governo Monti-Napolitano – dai sindacati di base (Usb, Cub, Si.Cobas) alle organizzazioni politiche (Prc, Pcl, Sinistra Critica, Rete dei comunisti…), alle diverse espressioni dei movimenti sociali e delle esperienze di lotta di lavoratrici e lavoratori: NoTav, lavoratori di Wagon Lits, cooperative dell’Esselunga, Alcoa, Sanprecario, NoTem, centri sociali, comitati No Debito, comitati di lotta per la casa, disobbedienti, Atenei in Rivolta, Rivolta il debito, collettivi Lgbt e così via.
Una manifestazione che ha offerto uno spazio prezioso a

domenica 11 marzo 2012

NON PAGARE IL DEBITO SI PUÒ, SI DEVE!

Mercoledì 14 marzo 2012, ore 20.45
Cam Garibaldi, corso Garibaldi 27, Milano
INCONTRO PUBBLICO 
Non pagare il debito si può, si deve!



L’attuale pesantissima crisi economica globale si accompagna a una pericolosissima crisi ecologica altrettanto globale. I governi di tutta Europa hanno deciso di far pagare la crisi a lavoratrici, lavoratori, pensionate/i e giovani precari/e – mentre proseguono sulla strade della costruzione di grandi opere dannose per l’ambiente e grandi eventi, utili solo per i profitti di pochi (come la Tav, la TEM, Expo 2015....).


Chi ha già pagato, le vittime del “debito pubblico”, chi vive del proprio salario e chi un salario non riesce nemmeno ad averlo possono e devono cambiare questa situazione – perché l’alternativa è necessaria, e possibile: no al pagamento del debito, difesa delle garanzie sociali e sul lavoro, reddito per tutte/i, riconversione ecologica della produzione e della società.


Verso la manifestazione del 31 marzo: “OCCUPYAMO PIAZZA AFFARI!” 

Intervengono:

• Marco Bertorello – coautore del libro “Capitalismo tossico", Edizioni Alegre

• Giovanna Vertova – economista, docente all’Università di Bergamo

Interverranno anche: San Precario Milano, Rosso Collettivo, Quaderni Viola, Coord. Lavoratori Autoconvocati, Comitato No Debito, Comitato No Expo, delegati/e Rsu Ospedale S.Raffaele, Atenei in Rivolta

Coordina: Dario Firenze - Atenei in Rivolta, RiD

Informati, contribuisci, collabora


Organizza:
www.rivoltaildebito.org