domenica 31 ottobre 2010

Botte e manganellate - Brescia, cariche ai migranti

Articolo tratto da http://www.ilmegafonoquotidiano.it

Brescia, cariche ai migranti.
Botte e manganellate ieri contro la manifestazione che chiede la regolarizzazione. Arrestato, e poi rilasciato, un militante di Sinistra Critica. Gli immigrati salgono a venti metri da terra per chiedere: sanatoria!

--
Cariche della polizia e carabinieri contro il corteo dei migranti e degli antirazzisti a Brescia per impedire alla manifestazione indetta sabato 30, per il rinnovo del permesso di soggiorno, di raggiungere il luogo dove 9 migranti sono saliti sulla gru del cantiere della metropolitana. La giunta comunale e la questura avevano vietato la manifestazione utilizzando come pretesto una adunata degli alpini che si svolgeva in un’altra zona del centro storico.

E comunque, oltre un migliaio di persone, nonostante una pesantissima militarizzazione dell’intera zona, si sono concentrate vicino a p.zza della Loggia e si sono dirette verso il cantiere dove i migranti erano saliti sulla gru. Un consistente schieramento di carabinieri e polizia ha bloccato la strada: qui sono avvenuti gli scontri, una decina di antirazzisti e migranti sono rimasti contusi, un attivista di Sinistra Critica e collaboratore di Radio onda d’urto, è Sauro, è stato arrestato; un migrante del coordinamento immigrati CGIL ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. A Sauro è stato confermato l’arresto ma è stato rilasciato dopo forti pressioni dei manifestanti: sarà processato per direttissima martedì mattina.

I 9 migranti sulla gru, rappresentanti delle comunità egiziana, senegalese, indiana, pachistana e marocchina, hanno dichiarato che non scenderanno se non sarà aperta una trattativa a livello nazionale per la regolarizzazione di tutti coloro che hanno fatto domanda di sanatoria colf e badanti e se non sarà consentito il ripristino del presidio permanente; durante le cariche, infatti, il vicesindaco leghista Rolfi ha inviato le ruspe a distruggere proditoriamente il presidio permanente di via Lupi di Toscana davanti all’ufficio della Prefettura; la baracca, i letti, gli effetti personali dei presidianti sono stati completamente distrutti. Da Brescia viene lanciato un appello a livello nazionale per cominciare o rilanciare immediatamente la mobilitazione per sanatoria.

Immediata anche la presa di posizione di Sinistra Critica, l'organizzazione che si è mossa insieme ai migranti, agli attivisti di Radio Onda d'Urto e della sinistra sociale bresciana perché la manifestazione potesse svolgersi.
«I migranti non devono protestare, rivendicare diritti. Se lo fanno vengono perseguiti, caricati da Polizia e Carabinieri» dice un comunicato dell'organizzazione. «Una manifestazione vietata dalla Giunta comunale e dalla Questura con il pieno appoggio della Prefettura, la stessa che non è intervenuta contro i simboli leghisti sulla scuola di Adro, con una motivazione talmente pretestuosa da risultare liberticida, la concomitanza con un’iniziativa degli alpini che si svolgeva da un’altra parte della città».

«Le violente cariche avvenute a Brescia, che hanno portato all’arresto di un compagno di Sinistra Critica – rilasciato dopo poco per la pressione dei manifestanti - e al ferimento di molti partecipanti, non possono essere considerate una questione locale. Giunta comunale, Questura e Prefettura sono in sintonia nella repressione di ogni diritto e protagonismo dei migranti. Dopo 31 giorni il presidio permanente dei migranti di Brescia è stato distrutto, i migranti sono stati picchiati, gli antirazzisti arrestati».

«Non hanno fatto i conti, continua Sinistra Critica - con la determinazione dei migranti che hanno invaso un cantiere della metropolitana di Brescia e sono saliti su una gru – con l’intenzione di rimanerci - calando uno striscione per la sanatoria di tutti i migranti che hanno presentato domanda. Il vergognoso “reato di clandestinità”, che impedisce di accedere al permesso di soggiorno, altro non è che la gestione feroce di un mercato del lavoro precario.

Con la crisi economica ogni alibi è caduto, ogni ipocrisia e svanita: i migranti sono diventati per le istituzioni un problema di ordine pubblico. Lavoratori e lavoratrici da reprimere se non accettano la precarietà infinita delle condizioni di lavoro e l’esclusione dai diritti di cittadinanza».
«A Brescia hanno colpito duramente migranti e antirazzisti. Compresa Sinistra Critica, sempre in prima fila nelle mobilitazioni e lotte antirazziste e dei migranti».

lunedì 11 ottobre 2010

Firma Br??? Adesso stiamo esagerando...

Corriere Della Sera pag. 29 - 11.10.2010
Ma cosa vuol dire “stella a cinque punte”???

Adesso stiamo esagerando.
Da ieri sera, prima un servizio al TG3 nazionale, e oggi diversi giornali (da “Il Giorno” al “il Giornale”…) segnalano la comparsa di una scritta a Milano di “minacce” a Marchionne, Bonanni e Angeletti, firmate con una “stella a cinque punte", come quella “utilizzata dalle Brigate Rosse" (come scrive Il Giornale…).

In realtà la scritta non contiene alcuna minaccia, ma solo alcune considerazioni abbastanza indiscutibili: infatti Marchionne è uno sfruttatore e Bonanni/Angeletti sono “servi dei padroni”, nel senso che stanno favorendo l’attacco ai diritti di lavoratrici e lavoratori, come vogliono i padroni, appunto!...

martedì 5 ottobre 2010

Online i video del seminario 2010 di Chianciano

Per il 16 ottobre e anche per dopo

Un appello per sostenere la manifestazione del 16 ottobre e per il rilancio dell'opposizione sociale.
Sinistra Critica è fortemente impegnata nel sostegno alla manifestazione del 16 ottobre, perchè possa diventare l'avvio di una mobilitazione generale di tutta l'opposizione sociale e politica che vada oltre gli stessi metalmeccanici e oltre la data del 16. Per questo ci stiamo attivando anche con altre forze per dar vita a un vasto schieramento di movimento che comprenda, oltre alle fabbriche, i precari della scuola, il settore pubblico, gli studenti medi e universitari, i comitati per l'acqua e i beni comuni, ecc.
Sinistra Critica organizza un pullman per partecipare al corteo: info alla mail sinistracritica.milano@yahoo.it

Nel nostro paese si sta producendo la più violenta aggressione padronale ai diritti, alle conquiste, alle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori dal dopoguerra ad oggi: blocco della contrattazione ad ogni livello per i dipendenti pubblici, disdetta del contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici, drastico innalzamento dell’età pensionabile, massiccio
licenziamento dei precari (a partire da quelli della scuola, dell’università e della ricerca), ricatto occupazionale per ottenere la deroga a diritti contrattualmente e perfino costituzionalmente garantiti, smantellamento del diritto del lavoro attraverso l’introduzione dell’arbitrato, prossima abrogazione dello statuto dei diritti dei lavoratori da sostituire con uno statuto dei lavori.

Nel frattempo, all’ombra della crisi economica, si allarga l’impoverimento di vastissimi strati di lavoratori e la disoccupazione, in particolare dei giovani e nel mezzogiorno. Dilagano la precarietà e il lavoro nero che spogliano di diritti fondamentali fasce crescenti di lavoratori, privandoli, in primo luogo, del diritto di unirsi e di lottare. Si sfascia lo stato sociale, il servizio sanitario, la scuola pubblica al fine di sostenere i profitti e permettere lo sviluppo dei servizi privati.

Per non parlare delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, che, oltre a subire in modo ancora più pesante questa offensiva, vengono additati perfino da esponenti governativi come responsabili di tutti i mali e vengono sottoposti a sistematiche vessazioni per indurli ad accettare qualunque condizione di lavoro.

Sul piano politico il governo accentua la sua vocazione autoritaria, pianificando una complessiva controriforma costituzionale.
Questa aggressione viene accompagnata da una vasta campagna sulla necessità di archiviare definitivamente la lotta di classe riservando ai soli padroni il monopolio della affermazione dei propri interessi. Proprio nel momento della massica crisi del capitalismo i lavoratori e le lavoratrici si vedono costretti a chinare la testa e a rassegnarsi a un futuro senza speranza.

La decisione della Federmeccanica di disdettare il contratto dei metalmeccanici col pieno sostegno del governo, della Confindustria e dei sindacati complici (CISL e UIL) ha aperto una nuova fase dello scontro di classe nel nostro paese. Anche perché le recenti posizioni della Confindustria di critica alla politica economica del governo e il suo allarme sulla crescita rischiano di alimentare, anche nella CGIL, e al suo massimo livello, la pericolosa illusione che sia possibile resuscitare in qualche modo un nuovo patto sociale concertativo. Un grave errore che costringerebbe a continui compromesi al ribasso finendo così con il lasciare ancora più sola la FIOM. Oggi la divisione contribuisce a depotenziare le mobilitazioni e ad assecondare il progetto padronale, che va analizzato in tutta la sua radicalità e insidiosità. Queste dinamiche potrebbero domani essere addirittura accelerate dalla crisi del berlusconismo politico, in un clima di emergenza da nuova solidarietà nazionale. Al contrario occorre sostenere l¹unificazione delle lotte e costruire l¹autorganizzazione dal basso.

Berlusconi e Marchionne sono le facce di una medesima medaglia, quella della prevaricazione dei diritti sociali e democratici e dell’assalto alle condizioni di vita delle masse in nome del mercato e dei profitti.
Ecco perché riteniamo che la giornata di lotta indetta dai metalmeccanici Fiom per il 16 ottobre possa e debba diventare un primo punto di convergenza dei movimenti e delle lotte in corso, per invertire la tendenza alla rassegnazione e alla frammentazione, per ricreare una rete di relazioni politiche e sociali.
Quella del 16 ottobre, che pure è una manifestazione sindacale, può ricreare attorno alla lotta per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori una vasta coalizione sociale di opposizione democratica e anticonfindustriale.

Facciamo perciò appello alle lavoratrici e ai lavoratori anche di altre categorie, colpiti (altrettanto se non di più dei metalmeccanici) dalla crisi, ai collettivi autorganizzati di delegate e di delegati che non accettano la rassegnazione sindacale, agli studenti che rifiutano i tagli e le controriforme di Tremonti e di Gelmini, ai movimenti di difesa della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche, ai movimenti per la difesa del territorio, dell’ambiente, dei beni comuni, ai movimenti i difesa dei diritti civili o in difesa della democrazia, alle organizzazioni sindacali e alle associazioni non concertative, a fare del 16 ottobre una grande giornata di opposizione sociale e politica.

Alessandra Algostino (docente di diritto costituzionale Università di Torino), Checchino Antonini (giornalista), Saidou Moussa Ba (mediatore culturale), Sergio Bellavita (segreteria nazionale Fiom), Piero Bevilacqua (Università di Roma, La Sapienza), Fabrizio Burattini (direttivo nazionale Cgil), Riccardo Bellofiore (Università di Bergamo), Giorgio Cremaschi (Presidente comitato centrale Fiom), Lidia Cirillo (Quaderni Viola), Fabiola Correale (AteneinRivolta), Roberto Firenze (Usb), Pasquale Loiacono (Fiom Mirafiori), Franco Lovascio (Usb), Francesco Locantore (Coordinamento Precari scuola), Gigi Malabarba (rivista Erre), Giorgio Parisi (Università di Roma, La Sapienza), Stefano Quitadamo (Cub Maflow),Giorgio Sestili, (AteneinRivolta), Stefano Tassinari (scrittore), Massimiliamo Tomba (Università di Padova), Giovanna Vertova (Università Bergamo), Gianluca Vitale (avvocato Asgi)