lunedì 17 settembre 2012

20 SETTEMBRE: PERCHE' NOI NON CI SAREMO

Con il popolo siriano, contro ogni intervento militare e per la caduta del regime: questo il nostro impegno
Il prossimo 20 settembre a Milano e a Roma ci saranno due iniziative “contro la guerra alla Siria”, organizzate da un arco di forze differenti.
Sinistra Critica – che è sempre stata in prima fila nelle iniziative contro la guerra, contro la Nato e gli interventi militari italiani – a queste iniziative non parteciperà perché le considera sbagliate, ambigue e non certo nel solco delle iniziative e dello spirito del movimento contro la guerra degli scorsi anni.
Sbagliate perché non è possibile manifestare contro un possibile intervento della Nato e dei suoi alleati in Siria partendo da una teoria del “complotto” secondo la quale la rivolta siriana è solamente un fenomeno eterodiretto e la guerra civile conseguenza di una volontà tutta esterna.

L’attuale situazione in Siria, gli scontri, i morti, i feriti, i profughi, sono la diretta conseguenza delle scelte del regime autoritario siriano, che ha represso sanguinosamente le manifestazioni di protesta della popolazione, spingendo verso una progressiva militarizzazione dello scontro.
La condivisibile protesta – anche preventiva – verso qualsiasi interferenza militare esterna (che per noi significa essere decisamente contro ogni possibile intervento Usa/Nato, ma anche contro il sostegno militare di Russia e Iran al regime),  se non vuole essere, esplicitamente o implicitamente, un sostegno al regime deve necessariamente accompagnarsi alla solidarietà verso la popolazione siriana e l’auspicio di una rapida caduta del regime di Assad e del Ba’ath.
E L’Iraq e Afghanistan non hanno nulla a che fare con la situazione siriana: in quei casi non vi era una rivolta dispiegata in corso contro i regimi autoritari e quindi una “parte con cui stare”.

Ambigue, perché in quella giornata manifesteranno forze piuttosto eterogenee con qualche convergenza abbastanza “bizzarra”.
A Roma sul palco della manifestazione “La Siria non si tocca” parleranno personaggi abbastanza singolari: da Mons Capucci a Fernando Rossi (noto senatore “antimperialista”, profondo estimatore di Hamas durante i giorni della Flottilla – e ora chi glielo spiega cha Hamas è contro Assad???); da Ilaria De Candia (giovane piuttosto sconosciuta, il cui profilo FB si apre con una frase di Leon Degrelle, nazista belga membro delle Waffen-SS) a Ugo Gaudenti (direttore di “Rinascita”, settimanale fascista, mascherato ovviamente); da Suad Sbai (marocchina deputata PdL, fortemente islamofoba antislamica) a Mimmo Srour (siriano, già assessore regionale abruzzese per l’Udeur).
A Milano le adesioni sono ben diverse, ma alcuni dei principali promotori sono riusciti nell’impresa di partecipare ad un presidio sotto la foto di Bashar El Assad – presidio organizzato da un gruppetto di destra (come sempre “mascherato”).
Queste fantasiose alleanze sembrano concordare su un “antimperialismo” distorto e che basa le sue analisi su considerazioni “geopolitiche” secondo le quali “il nemico del mio nemico è mio amico”,  senza considerare che una battaglia antimperialista deve avere come punto centrale le lotte e le aspirazioni dei popoli per la giustizia e la libertà.

Spiace anche che in questa compagnia (milanese) si trovi la rete BDS – impegnata contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi: spiace vedere che non riescano a mostrare empatia e condivisione delle sofferenze e delle aspirazioni della popolazione siriana alla libertà e alla giustizia, ne più ne meno di quello palestinese. E spiace vedere tali banalizzazioni sull’uso della violenza – che anche quando non è condivisibile ne  giustificabile – andrebbe perlomeno compresa e contestualizzata: mettere “vittime e carnefici” sullo stesso piano è proprio quanto avviene per i palestinesi. Senza contare che da mesi la popolazione palestinese del campo profughi di Yarmouk è vittima dei bombardamenti dell'aviazione ed i rastrellamenti dell'esercito, con centinaia di vite stroncate dal tallone di ferro del regime baathista.

Queste iniziative non hanno nulla a che vedere con il movimento contro la guerra – con tutte le sue differenze e anche i suoi limiti – che si è espresso in questo paese. Mai in quel movimento si sono viste la foto di Saddam o del Mullah Omar; mai l’opposizione alla guerra imperialista partiva da “semplici” considerazioni internazionali; mai si era mostrata una così totale partecipazione alla strategia delle menzogne (che viene dal regime come dagli avvoltoi regionali e globali).

Non saremo in quelle piazze il 20 settembre, ma siamo e saremo impegnate/i nel sostegno alla popolazione siriana. Un sostegno politico, perché sosteniamo le organizzazioni democratiche dell’opposizione e le ragioni della rivolta popolare; materiale, con progetti di aiuto diretto alla popolazione dell’interno e ai profughi; culturale e informativo, attraverso la circolazione di analisi, informazioni, discussioni. E contro qualsiasi intervento militare.

Esecutivo Nazionale - Sinistra Critica