domenica 5 dicembre 2010

Via Imbonati: primo bilancio di una lotta importante

Alla fine anche gli ultimi due migranti sono scesi dalla Torre di via Imbonati, in una situazione difficile e confusa – nella quale le pressioni politiche dei soliti Boni, DeCorato (e ovviamente Maroni, che conta qualcosa in più dei suddetti…) hanno prodotto un irrigidimento della questura che ha portato Abdel al Cie per l’espulsione – il ragazzo originario del Marocco che stava male, è stato portato a Niguarda superpiantonato e da lì la sera stessa in questura e poi al Cie; questo ragazzo faceva il muratore in nero e il padrone che aveva presentato la domanda di sanatoria non ha di fatto voluto regolarizzarlo e non si è presentato all’appuntamento: un caso esemplare della “sanatoria truffa” – che provocherà danni solamente per il ragazzo migrante e non per il padrone italiano!
Nei confronti di Abdel è scattata la vendetta delle istituzioni che hanno mal sopportato la lotta e il protagonismo dei migranti, sulla base di un principio purtroppo molto diffuso del razzismo istituzionale (che diventa spesso luogo comune): chi viene in Italia non ha diritti, ma solo concessioni legate alla sua utilità per il mercato del lavoro locale. Lottare significa “tradire” questo principio e per questo chi lo fa deve essere allontanato.

Questo finale negativo della lotta di via Imbonati non deve però farci cancellare gli elementi positivi e in qualche misura inediti di questa stessa lotta importante.
Una lotta politica – che non è cominciata con l’occupazione della Torre e non finirà con la stessa occupazione. Non abbiamo mai creduto che questa occupazione e il presidio di sostegno potessero di colpo cambiare la politica sull’immigrazione del ministro Maroni e del governo e nemmeno far ottenere un permesso di soggiorno a tutte/i quelle/i che stanno lottando e/o a quelle/i truffate/i da una legge di sanatoria indecente.
Per questo non abbiamo mai considerato di particolare importanza i risultati dell’incontro in Prefettura – che comunque hanno mostrato che la lotta è servita a smuovere l’inerzia delle istituzioni e delle forze politiche e sindacali e aprire qualche spazio per rivedere le posizioni di molte/i migranti. Il giudizio sull’iniziativa deve invece essere un giudizio politico complessivo, sulla lotta, sulla sua fase attuale e sul proseguimento possibile e necessario.
L’occupazione della gru a Brescia e della Torre in via Imbonati hanno avuto un ruolo ed un successo indubbio: il merito di ridare voce e visibilità alla lotta delle/dei migranti e il successo di aver investito di questa lotta istituzioni politiche e forze politiche e sindacali costrette a muoversi per rispondere in qualche misura alle domande delle/dei migranti.
Le risposte e le soluzioni non verranno da tavoli tecnici, ma questi possono essere utilizzati per risolvere il problema di qualcuna/o e per continuare a denunciare le truffe e le condizioni di vita di chi è costretta/o alla “clandestinità” – mantenendo l’iniziativa di lotta.

L’errore è stato probabilmente quello di non aver deciso prima di passare ad una fase diversa della lotta stessa, che doveva continuare e diffondersi, evitando di rimanere bloccate/i sulla Torre e in via Imbonati, per passare dalla Torre alla città intera, diffondendo i presidi permanenti, costruendo iniziative in altri quartieri e nel centro della città, rilanciando e allargando l’organizzazione del Comitato Immigrati e della rete antirazzista e solidale (naturalmente continuando a sostenere collettivamente le vertenze singole contro le truffe e per ottenere il permesso soggiorno).
Purtroppo nelle valutazioni sulla lotta e nel presidio hanno pesato le consuete e pesanti divisioni che si sono create – dentro il Comitato Immigrati e tra i soggetti solidali e antirazzisti, tra chi riteneva di dover proseguire una lotta ad oltranza senza quasi più obiettivi riconoscibili (con una rigidità verso qualsiasi trattativa che sottovalutava il grave rischio, poi realizzatosi, dell'incarcerazione di Abdel…) e chi pensava avrebbe dovuto esserci uno scarto, una discesa dalla Torre gestita e non subita.
Inutile aggiungere che le divisioni tra i soggetti – italiani – hanno mostrato anche le consuete rivalità di piccolo cabotaggio tra organizzazioni sindacali e l’avventurismo di chi proclama rivolte che altre/i purtroppo pagheranno!

La lotta non finisce con la discesa dalla Torre. Dobbiamo in primo luogo mantenere la pressione sulle istituzioni affinché Abdel non sia espulso.
Dobbiamo poi – con intelligenza – rilanciare l’iniziativa contro la sanatoria truffa e per uguali diritti per tutte e tutti. Un’iniziativa che ha bisogno prima di tutto del protagonismo migrante - che va sostenuto, accettandone tempi e spazi, senza pressioni indebite che ne mettono a rischio efficacia e possibilità di successo – e di una rete antirazzista e solidale che riconosca questo protagonismo (e lo rispetti senza volersi sostituire ad esso o pensare di piegarlo alle proprie logiche, istituzionaliste e moderate o ribelli e avventuriste); una rete capace di confrontarsi al suo interno senza continue accuse reciproche e senza volontà di egemonia muscolari e di piazza che a nulla servono, e che non ci interessano minimamente.
A questa rete, con le forze che ne condivideranno modalità di lavoro e obiettivi, vogliamo contribuire.
Perché Sinistra Critica ha aderito fin dall’inizio all’appello di sostegno all’occupazione della Torre di via Imbonati e al presidio, così come le/i nostre/i compagne/i bresciane/i sono in prima fila nell’associazione “Diritti per tutte/i” e nelle lotte locali.
Lo siamo stati, e siamo ancora, per due semplici motivi ma fondamentali: in primo luogo perché ne condividiamo gli obiettivi politici – cioè il pieno riconoscimento di uguali diritti per tutti e tutte e nuove regole per ottenere il permesso di soggiorno, prima di tutto attraverso una sanatoria generalizzata per chi sta lavorando o sta cercando lavoro in Italia; in secondo luogo perché crediamo nell’auto-organizzazione e nel protagonismo diretto dei soggetti sociali che lottano per i loro interessi e i loro diritti.
Abbiamo in queste settimane cercato di sostenere il presidio in vari modi, con la nostra presenza e con la diffusione delle sue ragioni dove siamo presenti.
Continueremo a sostenere e a partecipare alla lotta delle/dei migranti – che grazie all’iniziativa di Brescia e di via Imbonati hanno fatto un passo avanti

Sinistra Critica Milano