domenica 1 marzo 2009

Una sinistra Coerente è una sinistra Utile

Per battere la destra e le sue politiche di massacro sociale e democratico
servono comportamenti e scelte radicalmente alternative

L’esperienza della maggioranza di centrosinistra è arrivata al termine, e il giudizio che ne diamo è di un sostanziale fallimento.
Questa la conclusione a cui si arriva guardando i 5 anni trascorsi dall’elezione di Filippo Penati alla presidenza della Provincia di Milano. Elezione che aveva suscitato aspettative e interesse, perché rompeva l’occupazione delle istituzioni milanesi da parte del centrodestra e perché portava al governo locale istanze e progetti di quella che si chiamava “sinistra radicale”.
Il fallimento è proprio della “sinistra”, che non è stata in grado di determinare le scelte politico-amministrative della maggioranza e ha dovuto subire – in maniera subalterna e accondiscendente – le scelte del presidente Penati.
Probabilmente per quest’ultimo non è un fallimento, perché ha saputo forzare la mano della sua maggioranza e portare a casa quello che davvero gli importava, mostrando con evidenza le sua caratteristiche: accettazione delle regole affermate dai poteri economici, investimenti in gran parte nell’asfalto (autostrade!), scarsa propensione democratica, subalternità al “buon senso” padano para-razzista, sviluppismo affaristico e così via.

Con questo centrosinistra - con l’idea stessa del centrosinistra – abbiamo rotto fin dall’inizio della nostra esperienza politica e nel Consiglio Provinciale, mentre la sinistra già radicale, a partire da Rifondazione Comunista, è rimasta al suo posto contribuendo ai danni – politici, istituzionali e culturali – prodotti da Penati e dal PD. Per questo abbiamo scelto di presentare una nostra lista alle elezioni provinciali, alternativa al centrodestra e al centrosinistra.
Un percorso di rottura politica che abbiamo proposto anche ad altri soggetti della sinistra, ponendo alcune condizioni che non hanno voluto sottoscrivere: nessuna candidatura per assessori presenti nella Giunta Penati, dichiarazione immediata di non appoggio a Penati nel caso di ballottaggio, nostra conseguente scelta del candidato (in coerenza con quella rottura).
Ci presentiamo avendo alle spalle la consegna in Senato della prima legge della sinistra in questa legislatura – la proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo, il salario sociale, la restituzione del fiscal-drag e l’istituzione di una nuova scala mobile (http://www.51000.it/).

Ci presentiamo alle elezioni provinciali con un programma che mette al centro la questione del lavoro (per una riforma dei servizi che davvero assegni al pubblico un ruolo di sostegno ai disoccupati e ai giovani precari), dell’economia responsabile e solidale (supportando le aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, dei consumatori, sociali e ambientali – e il crescente mondo dell’economia solidale), del trasporto pubblico e collettivo (per una moratoria nella costruzione di autostrade e per lo sviluppo del trasporto collettivo – e della mobilità ciclabile - alternativo a quello privato), della difesa del territorio (per l’opzione “zero consumo di territorio” e per la difesa delle aree agricole e dei parchi); dell’agricoltura e del consumo critico (per il sostegno alla “filiera corta” e alla produzione di qualità); della formazione professionale.
Vogliamo una Provincia che non si accodi (e a volte anticipi!) alle politiche della “sicurezza” del centrodestra magari sostenendo le "ronde"; che non cerchi nei Rom il capro espiatorio o l’utile oggetto per una propaganda elettorale demagogica; un ente che sviluppi progetti di solidarietà e partecipazione (vera!) delle e dei migranti.
E, naturalmente, una Provincia che riveda la sua partecipazione all’Expo2015, rilanciando un grande progetto di difesa degli spazi comuni e delle recupero delle aree dismesse per l’edilizia sociale.
Pensiamo di avere la credibilità di rappresentare questo programma presentandoci a tutte/i con la nostra coerenza: e pensiamo che non sia cosa da poco quando si deve scegliere chi votare.

Piero Maestri

----> Perché invece non siamo presenti alle elezioni europee...