venerdì 18 settembre 2009

AFGHANISTAN. BASTA LACRIME DI COCCODRILLO. VIA LE TRUPPE

La morte dei militari italiani impegnati nell'operazione di guerra della Nato ha provocato nel mondo politico italiano dichiarazioni scontate e ipocrite - tutte sul tenore del "questo è il momento dell'unità nazionale...". Per noi no! Questo è il momento di ricordare che la responsabilità della morte di quei soldati è in primo luogo di chi li ha mandati a fare la guerra. e i nomi di questi responsabili li conosciamo, e non li dimentichiamo.

E' ora che il movimento ritorni in campo - ribadendo la sua richiesta di ritiro imediato delle truppe!

Pubblichiamo la dichiarazione di Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò, ex parlamentari Sinistra Critica

Ancora morti di guerra, stavolta italiani mentre qualche settimana fa erano decine i civili uccisi dalle bombe della Nato, l'alleanza che l'Italia sostiene attivamente. Non è più possibile negare la guerra aperta in cui l'Italia è impigliata, senza alcuna speranza di ottenere risultati positivi, da ormai otto anni. Tutti i vertici istituzionali che manifestano il proprio cordoglio in queste ore sono responsabili dell'invio dei soldati al fronte e come tali devono rispondere moralmente alle loro famiglie.
L'unica soluzione possibile alla questione afghana è il ritiro delle truppe, la fine dell'invasione, il ripristino di una diplomazia di pace e di dialogo. Il resto è solo ipocrisia.
E' giunto il momento di rimettere l'Afghanistan e la guerra al centro del dibattito politico. Quando manifestavamo il nostro dissenso eravamo isolati e insultati dalla politica ma i fatti continuano purtroppo a darci ragione. Proponiamo alle forze politiche contrarie alla guerra di riprendere il filo di una mobilitazione e un dibattito collettivo.
Male ha fatto l'Fnsi ad annullare la manifestazione di sabato prossimo, avallando un clima di falsa unità nazionale. La libertà di stampa è fatta anche di tanti cronisti morti sui fronti di guerra e una simile manifestazione avrebbe potuto parlare anche della guerra e delle sue conseguenze. Per parte nostra continueremo a impegnarci perché il nostro paese torni a rispettare l'articolo 11 della Costituzione oramai da tempo calpestato dai governi di centrodestra e centrosinistra.

martedì 15 settembre 2009

Occupato e sgomberato il Liceo Gandhi

Video

Il Gandhi è l'unico liceo serale pubblico d'italia, e rappresenta l'unica possibilità di istruzione per coloro che a causa di vari problemi sono costretti a lavorare di giorno, non possono permettersi i costosissimi serali privati ma non vogliono rinunciare ad avere una cultura o (chissà?) un giorno andare all'università.
Questo è un serio attentato da parte dell'assessore moioli e del sindaco moratti al diritto all'istruzione.
Presidio - giovedì 17 settembre - ore 16 - piazza della Scala

ABBA VIVE - Sabato corteo

Per fermare il razzismo.
A un anno dalla morte di Abba, perchè non accada mai più e per non soffocare nella barbarie.
Sabato 19 settembre 2009
Ore 15.00 Porta Venezia
Contro un presente di leggi razziste e risposte autoritarie alla crisi, contro ronde, razzisti e un passato che non ha futuro.
Per il ritiro immediato dei pacchetti sicurezza. Per una globalizzazione dei diritti per tutti e tutte.
Appuntamento per le/i compagne/i di sinistra critica alle 14.30 davanti al planetario

giovedì 3 settembre 2009

"HIC SUNT LEONES": COSA CI DICE LA VITTORIA DELL'INNSE

di Roberto Firenze
Una storia di protagonismo e coscienza di classe di un gruppo di lavoratori combattivi. E anche un'esperienza di unità di militanti politici, sindacali e associativi che andrà certamente ripetuta. A partire dal coordinamento delle aziende in crisi.
I lavoratori della INNSE hanno vinto. Dopo 14 mesi di lotta, tre mesi di autogestione, tre sgomberi, l’ultimo il 2 agosto scorso, un presidio permanente prima dentro la fabbrica - o quello che ne rimane - poi all’esterno, fino alla iniziativa clamorosa della “occupazione” del carroponte alto 12 metri all’interno del capannone con i macchinari svenduti da padron Genta; un gruppo di lavoratori coraggiosi e testardi e una Rsu decisa e combattiva hanno piegato ,insieme all’ottusità e alla violenza di un padrone rottamatore, il silenzio complice – fino all’ultimo minuto possibile - delle istituzioni locali e la complicità effettiva – con il padrone - della destra leghista lombarda, quella di Castelli, Lunardi e Maroni...